La storia di Olivetti a teatro: l’uomo che reinventò la fabbrica

Va in scena il 5 maggio a Modigliana ’Parlami di Adriano’, uno spettacolo monologo sulla vita dell’imprenditore narrato dall’autore Antonio Spino, sulle musiche di Bubi Staffa.

La storia di Olivetti a teatro:  l’uomo che reinventò la fabbrica

La storia di Olivetti a teatro: l’uomo che reinventò la fabbrica

"‘Parlami di Adriano’ è la storia dell’imprenditore Olivetti (1901-1960) e della sua idea di fabbrica a responsabilità sociale, la cosiddetta ‘fabbrica del bene’, per arrivare alla realizzazione di una società a ‘misura d’uomo’ in armonia con i principi espressi dalla nostra Costituzione – spiega l’autore modiglianese Antonio Spino – Perché dalla fabbrica può e deve fiorire una comunità concreta, operante per il benessere sociale il quale la promuoverebbe, così, a comunità di destino, comunità di cura e, infine, comunità educante".

Lo spettacolo andrà in scena venerdì 5 maggio alle 21, al Teatro dei Sozofili di Modigliana, accompagnato dal ‘pandeiro’ (tamburo popolare in Brasile) di Bubi Staffa. Per Adriano Olivetti, una sorta di Maria Montessori del lavoro, si trattava di fare della necessità della fabbrica, ossia del bisogno di lavoro, la virtù del territorio e così realizzò le linee guida di attenzione verso le necessità della classe operaia, come la famosa pedagoga, scienziata e neuropsichiatra infantile fece col suo celebre metodo rivolto alle necessità dei suoi piccoli allievi.

‘Parlami di Adriano’ è un monologo con ritmo cronologico-biografico, in due parti, sulla vita dell’industriale che fu leader mondiale della produzione di macchine per scrivere e da calcolo, e del primo personal computer della storia. E’ un racconto apologetico sul bisogno di umanizzare il lavoro che è sempre necessario ma che, proprio nella fabbrica, trova spesso le condizioni meno favorevoli. ‘Parlami di Adriano’ è il risultato di anni di ricerca nei file dell’Archivio Storico Olivetti e della omonima Fondazione e, tra i libri delle Edizioni di Comunità.

"Bubi Staffa – commenta Spino – ha sviscerato il potenziale espressivo del ‘pandeiro’, rivelandone la nascosta virtù evocativa, io ho verbalizzato i suoni: un processo contrario alla pratica, ma risultato efficace".

Dagli anni ’30 Adriano realizzerà per i suoi dipendenti servizi sociali come asili nido, scuole materne, istituti superiori, centri comunitari, strutture e interventi sanitari, quartieri abitativi e finanzierà piani regolatori, biblioteche, proposte culturali editoriali e politiche. "Tutto questo attirerà invidie feroci e malevolenze spietate. Vittorio Valletta della Fiat arriverà a definirlo ’un pericoloso bolscevico’ e additerà la Olivetti come ’Un covo di comunisti!’ – spiega il narratore –. Per non parlare dell’opposizione dei sindacati, dei grandi partiti di massa italiani e, soprattutto, di Confindustria". Ma Olivetti continuerà, guidato dall’etica del progresso, a pagare i suoi operai fino all’80% in più rispetto alle altre aziende metalmeccaniche e anche gli studi universitari agli operai che desideravano laurearsi.

"La vita di Olivetti è stata una reazione morale ed etica nei confronti dell’assurdità del reale – conclude Spino – dove non solo l’uomo è lupo dell’uomo, ma è pure talmente stupido da trasformare le fabbriche in matrigne malvage anziché madri premurose".

Ingresso 15 euro, info e prenotazioni: antoniospino@hotmail.it; 348.8077554.

Giancarlo Aulizio