
Detriti accumulati sulle pile dei ponti a Cusercoli
Legname sul Bidente tra i due ponti di Cusercoli: i cittadini sono preoccupati e chiedono alle autorità di sgombrare al più presto l’alveo del fiume dove, sulle pile dei ponti, si sono accumulati dalla prima alluvione in Romagna del maggio del 2023, masse di legna che richiamano alla mente paure legittime.
"Ho più volte sollecitato i responsabili dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile di Forlì ad intervenire – precisa il sindaco di Civitella, Claudio Milandri –. Siamo decisamente in ritardo e visto che i cittadini giustamente sono preoccupati e si lamentano, se in tempi accettabili il legname non sarà asportato, provvederò incaricando una ditta locale a farlo, anche se mi auguro che a breve l’agenzia intervenga. Ma ho avuto rassicurazione che l’Agenzia interverrà a breve".
Le paure dei cittadini di Cusercoli trovano conferme nell’alluvione che ha colpito il paese 11 anni fa. Era infatti l’11 novembre 2013 quando il canale ‘Bergamaschi’ a Cusercoli esondò a causa di un tubo di scarico di un impianto realizzato poco prima, molto contestato, che non doveva essere lì e così tutta la via Andrea Costa (tratto della Bidentina) andò sott’acqua. Erano le 6,30 circa di un lunedì plumbeo e piovoso quando le acque del fiume Bidente in piena si riversarono anche nel canale del mulino (lungo 1 chilometro) allagando in pochi minuti le vie Andrea Costa e II Giugno, oltre al tratto della Bidentina che attraversa il paese. Diverse furono le abitazioni colpite dal flusso d’acqua e detriti e gravemente danneggiata fu anche l’ex antica cartiera del 1635, nelle cui cantine si riversò oltre un metro e mezzo d’acqua. Il traffico andò in tilt per ore sulla Bidentina, trasformata in un fiume, e solo dopo varie ore, nel tardo pomeriggio, venne aperta la paratia e tolto il tubo del canale grazie all’intervento dei sommozzatori dei vigili del fuoco di Bologna e ad una grande gru ‘a ragno’. Ai danni si aggiunsero subito le polemiche che si appuntarono, in particolare sulla mancata chiusura della paratia che da secoli regolava il flusso verso il canale ‘Bergamaschi’, chiusura impedita dalla presenza del tubo che non doveva esserci e che fece esplodere letteralmente il canale già invaso dalla vegetazione infestante riversando così le acque del Bidente sulle case limitrofe.
"È il momento di ripulire il fiume – aggiungono alcuni avventori dei bar di Cusercoli –. Non capiamo perché sia stato ben ripulito il Bidente a valle del ponte in direzione di Forlì (un lavoro ben fatto) e durante lo stesso cantiere non si sia provveduto anche a togliere i legname tra i due ponti".
Oscar Bandini