"Manifesti Pro Vita, l’amministrazione prenda le distanze"

Nelle ultime settimane anche a Forlì hanno fatto la loro comparsa i nuovi manifesti dell’Associazione Pro Vita e famiglia che, utilizzando in maniera strumentale l’immagine di un minore, alludono alla fantomatica minaccia insita in una non meglio precisata ’teoria gender’. Le quattro Camere del lavoro e un raggruppamento di associazioni e centri antiviolenza romagnoli si sono rivolti alle istituzioni, fra le quali il nostro Comune, chiedendo una presa di posizione sui contenuti violenti e discriminatori dei manifesti, che contrastano sia con le politiche per le pari opportunità che con la lotta alle discriminazioni. In molte parti d’Italia, del resto, le istituzioni locali si sono già attivate in tal senso. Alcuni Comuni - fra cui la nostra capitale, Roma - hanno rimosso i manifesti, ritenendo che il loro contenuto fosse in contrasto con la Legge 1562021, che vieta pubblicità che veicolano messaggi sessisti o discriminatori su orientamento sessuale e identità di genere. Altri Comuni come Bologna stanno valutando di modificare i propri regolamenti per le affissioni allo scopo di ottenere il medesimo risultato. A Forlì invece, solo silenzio; per questa ragione abbiamo chiesto all’Amministrazione, cosa intendesse fare sulla vicenda. La risposta della Giunta è stata sconcertante per pochezza e reticenza; evitando scrupolosamente di commentare il messaggio di Pro Vita, l’Assessora Cintorino si è profusa in una confusa e retorica dichiarazione sulla libertà di espressione, che, a quanto pare, i nostri amministratori devono ritenere negata a Roma, a Bologna o dalla legge 1562021. O magari in Municipio confondono la libertà di espressione con quella di discriminazione!.

In ogni caso, se il Comune di Forlì avesse voluto rispondere alle tante sollecitazioni ricevute e dissociarsi dal contenuto di quei manifesti, non avrebbe certo avuto difficoltà a farlo: sarebbe bastata una semplice dichiarazione del Sindaco o dell’Assessora competente.

Federico Morgagni, capogruppo Forlì e Co.