Mezzacapo non ci sta "Comitato, ora basta Fermare i nuovi negozi costerebbe milioni"

Il ‘No Megastore’ aveva attaccato il vicesindaco. Dura replica: "Tra di voi ex candidati del centrosinistra. La scelta fu del Pd. Si può intervenire solo per motivi di sicurezza, pena enormi rimborsi".

Mezzacapo non ci sta  "Comitato, ora basta  Fermare i nuovi negozi  costerebbe milioni"

Mezzacapo non ci sta "Comitato, ora basta Fermare i nuovi negozi costerebbe milioni"

Si alzano i toni della polemica sull’insediamento commerciale di Pieveacquedotto da 24mila metri quadri. Ed è ormai scontro aperto fra il comitato cittadino No Megastore e il vicesindaco Daniele Mezzacapo (che esercita la delega all’urbanistica). Nell’incontro pubblico promosso dal comitato, mercoledì sera, la portavoce aveva detto che Mezzacapo "aveva tirato un bidone" poche ore prima, motivando la sua assenza con l’indisponibilità dei tecnici a presenziare accanto a lui. "Ora basta!", sono le prime parole della replica del vicesindaco.

"Mi sono stancato che sinistra e comitato No Megastore, composto anche da persone che alle scorse elezioni amministrative sono state candidate in liste del centrosinistra, continuino lo stillicidio di accuse e provocazioni a proposito del piano commerciale e dell’area di Pieveacquedotto", è il contrattacco di Mezzacapo, che indirizza una serie di accuse al gruppo di cittadini. Mezzacapo sostiene che si addossano "colpe ingiuste a questa amministrazione e al sottoscritto mentre la pianificazione commerciale, compresa la variante del 2017, è opera della parte politica che hanno rappresentato e difendono a spada tratta". L’esponente leghista si dice "stanco di essere oggetto di dileggio. Le offese gratuite che mi vengono avanzate danno ancora più fastidio per il fatto che, come è noto, mi impegno tantissimo e sono tutti i giorni in Comune a lavorare".

Il No Megastore costruisce "un castello di falsità": "Non ho dato alcun bidone agli organizzatori, ma non mi presterò mai al gioco di fare i duelli. Il mio compito di amministratore è proporre dialogo, approfondimento e analisi per raggiungere obiettivi". Secondo il vicesindaco "l’obiettivo urbanistico possibile è quello di limitare i danni di un piano commerciale sciagurato voluto dalla sinistra".

Secondo il comitato, in 4 anni è stato fatto troppo poco. "Dobbiamo fare i conti con un grosso problema e cioè che i diritti acquisiti dai proprietari delle aree, anche grazie alla variante del 2017 targata Pd, non possono essere lesi tranne, dice la legge, che per modifiche dovute a ragioni di sicurezza e salute – ribatte Mezzacapo –. Ma queste ragioni non sussistono per il polo commerciale di Pieveacquedotto che, al contrario, è espressamente vocato all’attività commerciale: vicino al casello autostradale, provvisto di una eccellente rete viaria e di aree sosta dimensionate, con rotatorie pensate per rendere il traffico fluido, provvisto di strumenti di videosorveglianza". Per il vicesindaco, "la soppressione di diritti acquisiti esporrebbe il Comune, e quindi la città, a rimborsi enormi, nell’ordine sicuramente di decine di milioni di euro". Mezzacapo conclude proponendo un incontro pubblico, ma "onde evitare strumentalizzazioni, con interlocutori come tecnici, ordini professionali e portatori di interessi specifici".

A supporto del vicesindaco, interviene anche il segretario comunale della Lega Albert Bentivogli: "Cavalcare temi sensibili come quello ambientale in modo strumentale produce solo effetti boomerang ma soprattutto non risolvono le problematiche in oggetto. Ricordo che questa amministrazione dal suo insediamento non ha approvato nessuna nuova area commerciale ma solo, purtroppo, recepito tutto quello che è stato approvato nel 2017".