Quelle nella notte tra mercoledì e giovedì gli abitanti dei Romiti sono state ore di terrore: il Montone non ha esondato solo per una manciata di centimetri e sono stati in tanti a restare insonni monitorando incessantemente il livello del fiume. Tra tutti, i volontari del quartiere che si sono prestati a rispondere a ogni esigenza: "Abbiamo chiesto al sindaco di poter aprire il palazzetto – racconta il coordinatore Stefano Valmori –. Centinaia di persone hanno portato le loro auto nel parcheggio per metterle in salvo da un’eventuale esondazione, e altri ancora hanno trascorso lì la notte perché non se la sentivano di restare a casa, o perché non avevano piani alti in cui rifugiarsi".
Un triste déjà vu che nessuno avrebbe voluto rivivere. "Lo stato d’animo sarebbe stato diverso – precisa Valmori – se in questo anno e mezzo si fosse fatto qualcosa per farci sentire al sicuro. Dall’anno scorso ad oggi sono stati fatti pochissimi lavori sul Montone e nessuno davvero decisivo. In tutti questi mesi abbiamo visto solo sfalci d’erba e poco altro". Oltre al danno, la beffa: "Nel punto sul fiume Montone che cedette con la piena dello scorso anno non è stato fatto nulla per aggiustare la breccia – va avanti Valmori –. Lunedì, però, abbiamo visto comparire dei teli di plastica sull’argine. Non so per certo chi li abbia posizionati, né so quale fosse lo scopo: credo che si volesse in qualche modo assicurare il terreno viste le previsioni meteo. A noi dei Romiti, però, queste sistemazioni di fortuna non bastano più".
L’appello, ancora una volta, è a Regione, Consorzio di Bonifica e Ferrovie dello Stato: "Capisco che la burocrazia debba fare il suo corso, ma noi abbiamo bisogno di risposte chiare e di qualche garanzia in più. Continuiamo però a non ricevere ascolto. Questo ci fa sentire dimenticati e vittime di una grave ingiustizia: nessuno rammenta di quei giorni, quando ci siamo rimboccati le maniche per sopperire alle mancanze delle istituzioni? Non è giusto, ora, a un anno di distanza, che ancora ci troviamo a vivere nella paura. Siamo davvero stanchi e, soprattutto, arrabbiati. Qualcosa deve cambiare anche perché gli eventi di queste ore dimostrano che quello che è successo lo scorso maggio può ripetersi ancora".
Sofia Nardi