
L’associazione Famiglie Ragazze Senza Voce avanza perplessità sulla gestione dell’iniziativa promossa dal ministro Locatelli e in capo all’assessora Sansavini.
Forlì è una delle nove province italiane che, all’inizio dell’anno, ha avviato la sperimentazione del ‘Progetto di vita’ per le persone con disabilità, introdotto dalla ministra Alessandra Locatelli. L’impegno è stato condiviso dall’assessora comunale al welfare, Angelica Sansavini, in un’intervista al Carlino nei giorni scorsi. Tuttavia, l’associazione Famiglie Ragazzi Senza Voce solleva alcune preoccupazioni sull’attivazione del programma ministeriale.
"Le nostre perplessità riguardano, in particolare, la qualità delle risorse che verranno impiegate e la continuità dei progetti. Questi due aspetti sono essenziali per il successo di un’iniziativa così importante". Il ‘Progetto di vita’ consente di mettere al centro desideri e aspettative delle persone con disabilità e delle loro famiglie: "Come ha ricordato Matteo Corzani, uno dei nostri rappresentanti e ora esperto presso la III Commissione Consiliare, questo modello valorizza bisogni e aspirazioni – continua la nota –. La centralità dell’individuo e il supporto dei servizi per realizzare piani individuali – spesso definiti come ‘un vestito su misura’ – sono i punti di forza di questa sperimentazione".
L’associazione avanza delle richieste all’Amministrazione: "I fondi devono essere destinati ai servizi in modo flessibile, con una parte dedicata ai budget di progetto. Questo permetterebbe di costruire percorsi realmente personalizzati – prosegue la nota – senza aumentare i costi complessivi e garantendo risposte adeguate alle esigenze personali".
Infine, un appello al primo cittadino, Gian Luca Zattini: "Ci auguriamo che il sindaco sappia ascoltare le nostre preoccupazioni – conclude la nota –, garantisca il rispetto dei principi della convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e assicuri uno sviluppo completo del decreto Locatelli".