STEFANO BENZONI
Cronaca

"Questo anno? Più duro del precedente"

La testimonianza dei dirigenti scolastici: "Molte incertezze e problemi da gestire, ma a soffrirne di più sono stati gli studenti"

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di Stefano Benzoni

Se quello 1920 era stato un anno scolastico che rimarrà nella storia per ovvi motivi, quello che termina oggi è stato qualcosa di diverso: "E’ stato ben più complesso e faticoso rispetto al precedente", sostiene Maura Bernabei, preside dell’Istituto Aeronautico. "E’ stato molto impegnativo e insolito. Gli studenti, come dice Alessandro Baricco, hanno vissuto cinque anni in uno e questo li ha fatti comunqe soffrire, ma anche crescere e maturare", è l’opinione di Elettra Stamboulis, dirigente del Liceo artistico e musicale. "No, non è stata decisamente un’annata facile, a maggior ragione per me che ho dovuto occuparmi di due istituti come il Liceo classico e l’Istituto Ruffilli del tutte diversi fra loro", argomenta Marco Molinelli preside dei due istituti di cui sopra.

Un anno altalenante, sempre sospeso fra speranze e delusioni, aspettative e certezze, un anno che gli studenti hanno ‘pagato’: "Sono stati molto provati, soprattutto i nostri – racconta la dirigente del ‘Baracca’ che guida 700 allievi –, che in maggior parte vengono da fuori e vedono la scuola e gli insegnanti come punti di riferimento, non solo didattico ma anche umano, al punto tale che hanno avuto bisogno di supporti psicologici, anche quelli più bravi. Dopo l’estate 2020 trascorsa fra mille preparativi, avevamo cominciato con grandi speranze e invece settimana dopo settimana le cose cambiavano sempre e nonostante i nostri preparativi, il lavoro e l’impegno, non riuscivamo mai a vedere la fine. Il momento più bello è stato senza dubbio quello in cui dopo la zona rossa i ragazzi sono tornati in presenza. E’ stato come un nuovo inizio, un meraviglioso primo giorno di scuola, un’emozione vedere il cortile che si riempiva".

Il supporto psicologico verso studenti e docenti è stato attivato anche al Liceo artistico e musicale con i suoi 630 iscritti: "La psicologa ci ha detto che da una situazione così avremmo dovuto uscirne tutti insieme – dice Elettra Stamboulis –, a maggior ragione in un’alternanza come quella che abbiamo vissuto di paura e incertezza. Ha fatto anche un paragone con la situazione dei terremotati a cui forniva supporto psicologico; con la differenza però che in questo caso terremotati lo eravamo tutti. Comunque i ragazzi sono stati bravissimi e li abbiamo accontentati quando ci chiedevano di uscire per togliersi un momento la mascherina".

Il compito dei dirigenti non è stato agevole: "Nella prima fase siamo stati presidi-virologi o epidemiologici – dice Marco Molinelli –, che vivevano nell’attesa della telefonata del Dipartimento di salute pubblica che comunicava e aggiornava la situazione positivi fra studenti e docenti. Poi siamo passati alla fase del preside-geometra che doveva lavorare per trovare col metro nuovi spazi. Ma i ragazzi sono stati quelli che hanno sofferto di più perché fare lezioni in Dad è stato importante, ma la scuola è vedersi, parlarsi, confrontarsi, condividere spazi e idee, rapportarsi con compagni e insegnanti. Anche perché una volta in un collegio docenti con gli insegnanti del Ruffilli, stando ben distanziati nella sala S. Caterina, mi sono reso conto delle difficoltà degli insegnanti che avevano metà classe in presenza e metà a distanza. Molti colleghi erano a casa, presenti saranno stati otto o nove. Beh, alla fine del collegio mi sono reso conto di aver ben poco considerato i colleghi presenti e di aver rivolto la mia attenzione principalmente a quelli via computer".

Però alla fine, fra sforzi e sacrifici, i tre istituti sono riusciti a centrare gli obiettivi che si erano prefissati: "In maggio siamo riusciti a completare i progetti di volo e conduzione che avevamo per i ragazzi e siamo riusciti a farli volare tutti", dice soddisfatta la preside Bernabei. Le fa eco Molinelli: "Siamo riusciti a fare la nostra tradizionale Notte del Liceo con esibizioni teatrali, filosofiche, storiche ed in lingua inglese. L’abbiamo fatta di pomeriggio, meglio che niente".