Raduno hippy nella natura "Paese preso d’assalto"

Gli abitanti di San Benedetto in Alpe, in particolare titolari di bar, negozi e strutture turistiche, sono preoccupati per gli assembramenti

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In epoca di covid preoccupa nei paesi dell’Appennino, in particolare a San Benedetto in Alpe, l’assembramento di alcune centinaia di persone, provenienti da varie parti d’Italia e d’Europa, accampate da giorni in mezzo alla natura, in località Le Fontanacce, nel comune toscano di Marradi. Si tratta, secondo gli organizzatori, di un ’Rainbow Family’, un "raduno arcobaleno, un’immersione nella natura". Spiega il sindaco di Marradi, Tommaso Triberti: "Anche se il raduno si svolge nel mio comune, tuttavia è ai confini con San Godenzo e Portico e San Benedetto". Per raggiungere la località, i partecipanti parcheggiano le auto per chilometri lungo la strada provinciale San Benedetto in Alpe - Marradi, proseguendo poi per un paio d’ore a piedi lungo sentieri, in mezzo a boschi e prati: la località, molto sopra l’Acquacheta, è raggiungibile infatti solo a piedi. Il raduno, che si concluderà la prima settimana di settembre, dura da diversi giorni e coinvolge soprattutto San Benedetto in Alpe, il paese da cui si accede e dove vengono lasciate le auto.

Gli abitanti, in particolare titolari di bar, negozi e strutture turistiche, sono preoccupati per gli assembramenti che si formano in tempo di covid, non tanto alle Fontanacce in mezzo alla natura, ma quando queste persone arrivano in massa in paese. "Qui – commenta il sindaco Maurizio Monti – non usano le mascherine entrando nei locali, prendendo magari d’assalto i bagni e le docce, e nessuno riesce a controllare il Green pass".

I sindaci coinvolti e confinanti, come racconta il primo cittadino di Marradi, da giorni hanno informato le forze dell’ordine, carabinieri e polizia municipale. "Mi hanno assicurato – precisa il sindaco Triberti – che i partecipanti non stanno commettendo irregolarità o atti illegali e sono continuamente monitorati".

Anche i dirigenti del Parco nazionale (alcune zone di passaggio sono all’interno o ai confini) sono stati informati dalle forze dell’ordine addette alla tutela dell’area naturalistica. Secondo alcuni, gli organizzatori avrebbero addirittura i permessi della prefettura di Firenze. Gli stessi organizzatori raccontano però che starebbero arrivando persone non autorizzate o che non rispettano le regole del Rainbow (come il divieto di alcol o di altre sostanze proibite). Sta di fatto che i partecipanti (diversi restano solo un paio di giorni) non sono solo giovani o nipotini dei ’Figli dei fiori’, ma anche famiglie con bambini e gente di tutte le età, che cercano "un’immersione nella natura, alla ricerca di una appartenenza, di una tribù, contro la vita stressante e la solitudine delle città". Cucinano, fanno musica e vivono insieme. "Ma noi – assicurano i responsabili – non abbiamo niente a che fare con i rave party".

Quinto Cappelli