Predappio (Forlì-Cesena), 27 settembre 2024 – Torneranno i saluti romani a Predappio. L’attesa, per i nostalgici del duce, sembra essere già gravida; la data è ovviamente quella dell’anniversario della marcia su Roma, il 28 ottobre. Un’aspettativa rinvigorita dall’esito delle ultime sentenze dei tribunali di tutta Italia sulla rilevanza penale della ritualità del saluto stesso (e della collegata liturgia del ’Presente!’ urlata a distesa dai camerati). I magistrati hanno infatti scagionato dalle accuse tutti gli imputati, accusati dalle procure della violazione della legge Mancino del ’93 (che sanziona e condanna frasi, gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitamento all’odio, alla violenza, e a discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali) e della normativa Scelba del 1952 (che introdusse il reato di apologia del fascismo, condannando i presupposti per la ricostituzione del partito fascista).
A dare la stura ai verdetti assolutori a cascata è stata la pronuncia della Cassazione, che nel gennaio scorso stabilì che nei processi ai nostalgici del duce la norma di riferimento doveva essere la legge Scelba, e che l’apologia “non è semplice difesa o elogio del fascismo e dei suoi ideali, bensì esaltazione convinta e capace di condurre ad una riorganizzazione effettiva del partito fascista...”. Da lì in poi si contano un centinaio di imputati assolti nei vari procedimenti che erano ancora in piedi nei tribunali di tutta Italia; in Romagna (a Ravenna e Forlì) si sono contate quattro sentenze favorevoli agli accusati. L’ultima, il 13 settembre a Forlì, quando il giudice ha scagionato 12 imputati per il raduno del centenario della marcia su Roma, del 2022.
Così, se prima della svolta della Cassazione diversi nostalgici erano perplessi sul ritorno a Predappio alla tomba di Mussolini nel cimitero di San Cassiano, adesso l’orientamento sembra essere capovolto. È stato lo stesso avvocato Francesco Minutillo, difensore di decine di nostalgici (nonché autore del libro ’Anche i fascisti hanno diritti’), a tracciare una rotta, a commento della sentenza del 13 settembre, per i futuri raduni: “Andare a Predappio sarà un rito commemorativo spirituale e religioso, per l’enorme rispetto che nutriamo nei confronti di un defunto”.
Orsola Mussolini, la pronipote del duce, responsabile con la sorella Vittoria delle tre commemorazioni predappiesi annuali e della custodia della tomba della famiglia Mussolini, dopo i verdetti dei tribunali non ha mancato di esprimere il suo pensiero, cauto e attendista: “Essendo la commemorazione della marcia su Roma ancora lontana, per il momento non abbiamo preso alcuna decisione. Ma stiamo valutando il da farsi”. In realtà, diverse fonti – politiche, istituzionali, quelle dei social e pure quelle investigative – darebbero per certo un ritorno in massa dei nostalgici a Predappio. Il cui sindaco, Roberto Canali, palesa una nitida accortezza sul tema: “Innanzitutto auspico che sia rispettata la legge. Poi credo che la gente usi sempre il buon senso. Penso che col rispetto reciproco si ottengano sempre ottimi risultati”.
Decisamente preoccupato per il probabile ritorno dei saluti romani a Predappio è invece il presidente provinciale dell’Anpi di Forlì-Cesena, Miro Gori: “Non sono un magistrato e le sentenze vanno rispettate. Ma rivolgo ai magistrati due domande. Ma i saluti romani non potrebbero costituire anche l’apologia del fascismo? L’apologia del fascismo non è più un reato?”.