"Addio Fabio, ora sarai il nostro angelo"

Folla e palloncini in cielo per l’ultimo saluto al giovane ucciso in una rissa. Don Marco: "Una cicatrice che resterà per sempre"

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di Marco Signorini

"Non si può morire così giovani, a 23 anni. Se ne è andata una parte di noi, ma diventerai il nostro angelo".

Un intero paese in piazza. E’ quello che ha voluto dire addio al 23enne Fabio Cappai, morto una settimana fa in una rissa tra ragazzi finita in tragedia. Fabio, infatti, è stato accoltellato a morte da un 16enne che si è consegnato ai carabinieri, ammettendo ogni responsabilità. Ieri mattina, per l’ultimo saluto, oltre alla mamma Monica al compagno della donna, Stefano Lorenzi, e a Erika, sorella del giovane, erano presenti gli amici di una vita a cui si è unita l’intera comunità che, in lacrime, ha voluto manifestare tutta la vicinanza alla famiglia di Fabio.

Castel del Rio, infatti, è da sempre una comunità molto unita dove ogni cittadino può contare sul sostegno del vicino. Un paese di poco più di 1.200 abitanti dove tutti si conoscono.

"E’ come se avessero ucciso un mio parente", dice una ragazza in lacrime davanti alla chiesa di Sant’Ambrogio in attesa dell’arrivo del feretro, proprio a confermare che a Castel del Rio vive un’unica grande famiglia. Un dolore enorme che mamma Monica non riesce a trattenere quando la bara dove riposa il figlio viene adagiata di fronte al sagrato della chiesa. Una delle ultime occasioni per porgere una carezza a Fabio, prima della sepoltura. Un figlio amato che, poche ora prima della tragedia, aveva salutato come sempre convinta di rivederlo poco dopo.

Invece, una lite assurda sfociata poi in rissa lo ha strappato per sempre all’affetto dei suoi cari. Un dolore che, ieri mattina, ha avvolto i cuori di tutti coloro che si sono radunati davanti alla chiesa, affollandone il suo interno durante la commovente omelia di don Marco Giordano.

"In un momento come questo, dove il male sembra prevalere, dobbiamo trovare la forza per vedere il bene – ha sottolineato il sacerdote rivolgendosi a familiari e fedeli, citando il cardinale Biffi –. Dobbiamo restare uniti come comunità con l’aiuto del Signore. Rispondere con il male al male sarebbe l’errore più grave".

Il sacerdote ha poi citato l’esempio di Cristo e della sua morte. "Un momento in cui la malvagità sembrava aver preso il sopravvento – ha spiegato il sacerdote –. Invece, affidandosi a Dio, fu per chi credette l’inizio di un cammino di resurrezione. Anche noi, tutti assieme, cerchiamo di sanare questa tragica ferita, anche se la cicatrice resterà per sempre. Ed è giusto che sia così perché il ricordo di Fabio deve restare per sempre nei nostri cuori".

Parole che hanno commosso l’intera comunità, compreso il primo cittadino, Alberto Baldazzi, che ha preso parte alla cerimonia funebre anche a nome di chi non è riuscito a essere personalmente presente.

Gli amici di Fabio, invece, al termine della celebrazione religiosa, hanno voluto ricordare il giovane lanciando decine di palloncini colorati in cielo e facendo rombare i motori di auto, moto e trattori perché lui, da lassù, potesse sentire quanto è stato amato e quanto il suo sorriso resterà per sempre scolpito nei cuori di chi gli ha voluto bene.

"É stata una settimana molto difficile per tutti noi – ribadisce il sindaco Baldazzi –. Non posso che condividere le parole di don Marco. Da parte mia farò di tutto per aiutare la ’mia gente’ a superare questo momento e sono certo che ci riusciremo. Il ricordo di Fabio resterà per sempre impresso in tutti noi e faremo di tutto perché questo tragico episodio diventi un’occasione di crescita. Continueremo a restare vicino alla sua famiglia".

Come, ieri mattina, hanno dimostrato le tante serrande abbassate. La comunità, infatti, nella giornata in cui è stato proclamato il lutto cittadino, ha deciso di fermarsi a riflettere. E a chiedersi cosa possa spingere un giovane a estrarre un coltello e a colpire a morte un altro ragazzo dopo una lite per la pettinatura e il colore dei capelli.