Caos Superbonus, la rabbia dei costruttori

Mille imprese a rischio. Confartigianato e Cna: "La scelta del governo non è condivisibile. L’intero comparto potrebbe crollare"

Caos Superbonus, la rabbia dei costruttori

Caos Superbonus, la rabbia dei costruttori

Da zero a cento, quale percentuale raggiunge l’impatto di questa misura sul superbonus edilizio? "Il 100 per cento. Una misura inaspettata, che mette a rischio centinaia di imprese nell’Imolese e migliaia in tutta Italia". Il commento di Luca Palladino, presidente Cna, sulla decisione del governo Meloni di mettere fine al meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura per ristrutturazioni e efficientamenti energetici, non lascia spazio ad equivoci. Ancora più netta, se possibile, la posizione di Confartigianato: "Dal governo ci aspettavamo che risolvesse il già grave problema dei crediti incagliati, ma su questo fronte non c’è stata alcuna risposta, anzi è arrivata un’altra tegola. Anche se le nuove misure – incalza il segretario di Confartigianato Bologna Metropolitana Amilcare Renzi – valgono per le opzioni future dal 17 febbraio, non ci si rende conto che tante imprese, sulla base delle norme vigenti, hanno effettuato investimenti e assunzioni nella prospettiva di primi accordi con i committenti e di poter continuare ad operare garantendo lo sconto in fattura".

Difficile dire con esattezza quante imprese edilizie del nostro territorio siano coinvolte direttamente in questo caos. Secondo Cna e Confartigianato, le associazioni maggiormente toccate dalla questione, una su due ha a che fare con il superbonus. Nel circondario imolese al 31 dicembre 2022 le imprese attive nel settore delle costruzioni erano 2.031 (dati ufficiali della Camera di Commercio di Bologna), con una evidente maggiore concentrazione a Imola (1.040). Se i calcoli delle associazioni di categoria sono esatti, un migliaio di aziende edili in tutto l’Imolese ha al momento i capelli dritti per quello che sta succedendo, soprattutto non sapendo cosa succederà. E non basta, perchè dietro queste imprese edili c’è tutta una filiera di altre aziende (dagli idraulici ai lattonieri, dagli elettricisti agli impiantisti del fotovoltaico ecc.) che attendono di sapere cosa succede domani.

"Noi chiediamo una soluzione veloce – sottolinea Palladino della Cna – Lunedì mattina dovrebbe esserci un incontro a Roma, tra il governo e i nostri rappresentanti nazionali. Qui c’è il rischio di chiusura del settore. A livello nazionale si sta cercando di capire quale sia il punto di caduta del provvedimento. Le aziende non sanno come comportarsi. È necessaria una soluzione concertata tra le parti, cosa che finora non c’è stata. Tra i miei associati dire che c’è rabbia è dire poco...".

Il segretario di Confartigianato, Renzi, rincara la dose: "L’altra linea di intervento del governo, che blocca sul nascere le operazioni di acquisto di crediti da parte di Regioni e altri enti pubblici legati a lavori di ristrutturazione, rappresenta un altro incomprensibile ostacolo. E se molti lavori si bloccheranno salteranno anche gli obiettivi green che la misura avrebbe aiutato a raggiungere".

"L’unica nota positiva – spiega Renzi – è l’intervento che limita la responsabilità del fornitore che ha applicato lo sconto in fattura e dei cessionari dei crediti, anche se non è risolutiva del problema e fuori tempo massimo. Quanto tutto questo andrà a pesare sull’andamento dell’economia è presto da dire, ma di certo se si blocca uno dei pochi settori che stanno trainando la ripresa le conseguenze, a caduta, vi saranno per tutti i comparti ad esso collegati".

"Le nostre imprese – sottolinea Palladino, in linea con quanto afferma la Cna bolognese – hanno lavorato in osservanza delle leggi, praticando lo sconto in fattura perché era previsto dalla normativa. Si sono messe in giocol, hanno pagato i materiali, eseguito i lavori con tutte le difficoltà legate alle norme che sono cambiate in continuazione, non sono state pagate e adesso rischiano la chiusura".

ma. mar.