
L’interesse per il bando è cresciuto dopo la recente sentenza del Tar. Tra i requisiti la regolarità nel pagamento di imposte, tasse e contributi .
Slitta a lunedì l’apertura delle buste per il chiosco ‘La dolce vita’ al parco Tozzoni. Ieri scadevano infatti i termini, previsti dal bando, per la presentazione delle offerte per rilevare la gestione dell’immobile comunale. E alle 11, nella sede di Area Blu in via Lambertini, era in programma la seduta pubblica nella quale si sarebbero dovute conoscere le proposte. La società in house ha però deciso di posticiparla di qualche giorno. E di tenere le buste (si parla di due diverse proposte arrivate) chiuse.
L’interesse per il bando relativo al chiosco della Dolce vita è cresciuto negli ultimi giorni, alla luce della recente sentenza del Tar che, accogliendo il ricorso del precedente gestore, Lorenzo Sabbioni, ha annullato l’avviso pubblico che a inizio 2024 ha portato all’affidamento del Caffè della Rocca a Emanuele Brusaferri, con quest’ultimo ora in attesa dell’esito di un probabile ricorso al Consiglio di Stato.
I due bandi, infatti, si assomigliano. In quello per il chiosco della Dolce vita, aperto a inizio dicembre, è però stata inserita, tra i "requisiti di idoneità soggetti a verifica in caso di aggiudicazione", anche una voce che riguarda l’"aver soddisfatto tutti gli obblighi relativi al pagamento di imposte, tasse o contributi previdenziali". Si tratta proprio di uno degli aspetti finiti nel mirino dei giudici amministrativi, che hanno appunto contestato ad Area Blu la "omessa verifica del possesso dei requisiti morali" dell’impresa aggiudicataria, identificandolo quale "vizio idoneo" alla perdita di efficacia dell’intera procedura. Basterà, averlo indicato nel bando per il chiosco della Dolce vita, per mettere al riparo la società in house da un eventuale ricorso di chi uscirà sconfitto dalla contesa?
Nell’avviso pubblico viene inoltre specificato che nel locale sono presenti gli arredi e attrezzature di proprietà del precedente concessionario che hanno un valore quantificato oltre 150mila euro. "Non fanno parte del bando", ricordano da Area Blu, "e l’eventuale aggiudicatario dovrà accordarsi direttamente con il proprietario per la loro vendita, entro e non oltre 15 giorni dalla data di efficacia dell’aggiudicazione".
Per il resto, l’avviso pubblico redatto dalla società, su mandato del Comune, prevede un contratto di nove anni (rinnovabile per ulteriori sei) a un canone annuo di 50mila euro a base d’asta. Tra i requisiti di partecipazione, spicca l’esigenza per gli aspiranti gestori di avere un fatturato globale maturato nel biennio 2022-2023 pari o superiore a un milione di euro più Iva. Allo stesso modo, era necessaria l’esecuzione negli ultimi tre anni (2021-2022-2023) di attività di somministrazione di alimenti e bevande di durata non inferiore a due anni continuativi.
L’offerta economica, al rialzo, vale al massimo 20 punti su 100. Gli altri 80 riguardano infatti la parte tecnica della proposta. E cioè: esperienza di attività di somministrazione alimenti e bevande (massimo 40 punti); progetto di gestione dell’immobile (10 punti); proposte di miglioramento dell’immobile e delle aree attigue (30).
Enrico Agnessi