Come prevenire i parassiti del gelsomino

Come prevenire  i parassiti  del gelsomino

Come prevenire i parassiti del gelsomino

Il Gelsomino bianco, scientificamente classificato come Jasminum officinale, è una pianta arbustiva ramificata e rustica, molto apprezzata e impiegata a scopo ornamentale per la fioritura ma, soprattutto, per il gradevolissimo profumo che emanano i suoi fiori. E’una pianta rampicante utilizzata anche per coltivazioni in vaso e per impieghi su terrazzi e giardini pensili; essa può raggiungere altezza ragguardevole, anche di quattro- cinque metri, per cui spesso necessita di un tutore o, comunque, di sostegni. E’ una pianta eliofila gradisce, quindi, preferibilmente i posti esposti al sole riparati da persistenti escursioni termiche ed è, in particolare, sensibile, ai freddi invernali, mentre sopporta anche lunghi periodi di siccità; anche dal punto di vista pedologico non ha particolari esigenze. Le foglie sono caduche e le più giovani appaiono lanceolate ed acuminate all’apice; i fiori sono riuniti in infiorescenza ascellare, hanno una corolla imbutiforme di colore bianco e, come sopradetto, sono fortemente profumati. La fioritura avviene al termine della emissione fogliare nei mesi di Maggio e Giugno. Molte sono le specie di Gelsomini tra cui annoveriamo, in particolare, Jasminum grandiflorum specie di origine asiatica sempreverde e rampicante, le cui foglie sono di colore verde, con fiori bianchi o rosati riuniti in vistose infiorescenze a grappolo. Tra gli agenti di malattia che colpiscono il Gelsomino ricordiamo, oltre ai parassiti di origine animale, quali afidi e cocciniglie, le maculature fogliari provocate da infezioni micotiche, oltre alle virosi le quali determinano tipiche alterazioni a carico dei fiori con produzione di una particolare mosaicatura e variegature fogliari sulla intera lamina, irregolari, di colore brunastro, le quali interferiscono non solo sull’aspetto vegetativo, ma anche sul loro sviluppo. Tuttavia, in linea di massima, tutte dette alterazioni difficilmente raggiungono gradi di elevata gravità.

Luigi Marchetti, fitopatologo