Con.Ami Imola, lo scontro finisce in tribunale

I sindaci anti-Sangiorgi ricorreranno al Tar contro la delibera che istituisce il Cda

Il sindaco castellano Fausto Tinti (Isolapress)

Il sindaco castellano Fausto Tinti (Isolapress)

Imola, 19 gennaio 2019 - La delibera di nomina del nuovo Cda di Con.Ami, approvata in solitaria da Manuela Sangiorgi, verrà impugnata dagli altri soci del Consorzio. «Ogni azione legale, civile o amministrativa, per ristabilire un quadro di legittimità e tutelare i diritti lesi dei cittadini e i servizi sarà esperita fino all’ultimo respiro», afferma Giovanni Malpezzi, sindaco di Faenza. Oltre ad aver incontrato il prefetto, gli amministratori sono dunque pronti a mettere tutto in mano agli avvocati. «Ci muoveremo compatti, innanzitutto per un ricorso al Tar», ribadisce Fausto Tinti, primo cittadino di Castel San Pietro.

Per questioni di questo tipo, come noto, ci si può rivolgere infatti proprio al Tribunale amministrativo regionale. Innanzitutto, per chiedere una sospensiva del provvedimento della Sangiorgi; in seconda battuta, per ottenerne l’annullamento. Per portare a casa il nuovo Cda, partendo dal Testo unico degli enti locali, la sindaca si è mossa infatti secondo i dettami dell’articolo 2369 del Codice civile, che si applica alle società di capitali. E in questo modo, sfruttando il peso del Comune di Imola in termini quote detenute, è arrivata a imporre la propria linea.

Data la natura consortile e totalmente pubblica di Con.Ami, però, sono in diversi a ritenere che sarebbe stato più giusto fare riferimento al decreto del Presidente della Repubblica numero 902 del 1986 (relativo alle ‘Aziende di servizi dipendenti dagli enti locali’). E affidarsi dunque, per uscire dall’impasse, all’articolo 76 del regolamento in questione, secondo il quale va rimesso tutto nelle mani del prefetto. 

Quanto al nuovo Cda, ci si interroga sulla sua legittimità. Ma va detto che, anche nel caso in cui il Tar dovesse accogliere l’istanza dei sindaci anti-Sangiorgi, appare improbabile si possa arrivare a un annullamento dei provvedimenti da questo adottati prima dell’eventuale sentenza. E poi c’è lo Statuto del Con.Ami, che in casi come questi mette una serie di paletti: dalla condivisione delle candidature per il Cda alla presenza in assemblea di almeno la metà dei Comuni soci; ma è stato bypassato dalla Sangiorgi, in nome di Tuel e Codice civile, per uscire dallo stallo. Legittimo? Lo decideranno i giudici. 

«Ma intanto si sono incrinati ulteriormente i rapporti istituzionali, sarà più difficile operare e ci si trova di fronte a un Cda senza prospettive», è la sintesi di Marco Panieri (Pd), mentre la civica di centrosinistra Carmen Cappello (Imola guarda avanti) auspica un intervento risolutivo del prefetto «per arrivare a un percorso di mediazione e confronto ripartendo da zero». La Lega, per bocca di Daniele Marchetti e Marco Casalini, chiede invece di archiviare «questa brutta pagina» e «lavorare per il bene degli imolesi», mentre il gruppo M5s difende la Sangiorgi dicendosi «orgoglioso e soddisfatto» della «positiva evoluzione» della vicenda.