Lamberto
Reggiani*
Difficile raccontare una malattia se tutti intorno raccontano che sta scomparendo, che tutto può tornare come prima, che anche l’ultimo baluardo dell’obbligo delle mascherine sta per essere eliminato. Il Coronavirus ci ha insegnato che non si può mai stare tranquilli e noi medici una sorta di sospettosa preoccupazione la manteniamo. Ma i vaccini? Ovviamente se la malattia scompare dai media, vuol dire che non c’è, perchè dunque vaccinarsi? Il tasso di vaccinazione in Italia anti Covid 5-11 anni è basso: 35,2%, anche se vari studi ne hanno dimostrato l’efficacia. Uno studio realizzato a Singapore su oltre 250 mila bambini ha mostrato che nei bambini vaccinati l’efficacia contro l’infezione è risultata del 65% mentre contro l’ospedalizzazione dell’83% anche per la variante Omicron con due sole dosi di vaccino mRNA. Un successo, comunque indiscutibile. Rimane quindi il consiglio di vaccinare i bambini 5-11 anni.
I nuovi vaccini? Per ora sono destinati ad alcune
categorie di persone. La circolare del Ministero della salute del 7 settembre parla di terza dose a tutti
gli over 12 che non l’abbiano fatta dopo 4 mesi dal completamento del ciclo primario o da infezione Sars
Cov2. Presto arriverà (anzi alcuni isolamenti virali su bambini e adolescenti malati hanno mostrato che è già
arrivata) l’influenza. Un’arma è la vaccinazione e soprattutto per i bambini che frequentano le comunità
può essere una importante difesa per ridurre complicanze respiratorie, malesseri e farmaci. Dal 17 ottobre dovrebbero essere disponibili i vaccini che nei bambini possono essere somministrati dai 6 mesi di vita. Inoltre dai 2 anni di vita è possibile ricorrere anche
alla formulazione del vaccino antinfluenzale spray nasale decisamente più comoda e più gradita ai piccoli.
*Pediatra