"Ecco come aiuteremo gli amici ristoratori"

Il delegato Stanzani: "Pronti ad aumentare le conviviali appena si allenteranno le restrizioni"

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Un incontro a tavola dal forte potere simbolico, per raccontare e raccontarsi che il mondo della ristorazione e della cucina non si è arreso con lo scorso lockdown e non sarà neppure il ritorno alla zona arancione a fermarlo. La delegazione di Castel San Pietro – Medicina dell’Accademia Italiana della Cucina non alza bandiera bianca. Guidata dal Delegato Andrea Stanzani, una trentina tra accademici ed ospiti si sono ritrovati sabato alle 13 al ristorante "La Ciliegina" di Castel San Pietro per vivere assieme la prima conviviale del 2021. "Con grande forza di volontà ce l’abbiamo fatta, lo dovevamo in primis al mondo della ristorazione che è allo stremo", è stato l’esordio di Stanzani al suono della classica e immancabile campana che suona lo ‘start’ e il ‘the end’ dei pranzi accademici. Non un pranzo qualunque, quello della delegazione castellano-medicinese. Per tante ragioni. Innanzitutto perché, lo ha rimarcato Stanzani, "attendo conferme definitive, ma mi risulta che la nostra delegazione sia stata la prima e l’unica in Emilia Romagna ad aver organizzato un incontro nel 2021, dopo la nuova chiusura a cavallo tra la fine dello 2020 e l’inizio del nuovo anno".

Ma c’è di più, perché Stanzani guardare già al futuro, quando i locali potranno riaprire di nuovo in totale sicurezza. "Quello che vogliamo riprometterci è di dare una mano concreta ai ristoratori della nostra zona, e possiamo riuscirci in un solo modo: organizzando conviviali con un ritmo più serrato, quando possibile anche nell’ordine di due al mese, appena naturalmente i decreti ce lo consentiranno". E sarà perché l’ultimo incontro dell’Accademia si era svolto il terzo giovedì di ottobre in occasione della cena Ecumenica del 2020, quattro mesi fa dunque, o sarà perché quando la compagnia e il cibo sono piacevoli si sta a tavola più volentieri, fatto sta che il pranzo si è protratto fino alle 15.30 abbondanti, seguendo un percorso enogastronomico ‘localissimo’ partito dalle crescentine fritte con salumi e squacquerone, proseguito con balanzoni e gnocchi di patate, intramezzato da un filetto di maialino e chiuso con l’accoppiata panna cotta-dolci carnevaleschi. Il tutto annaffiato con abbondante sangiovese e albana. Come ultimo pranzo prima della forzata serrata delle tavole imbandite nei ristoranti, poteva andare decisamente peggio.

Claudio Bolognesi