Imola, 10 agosto 2018 - «Nella vita si attraversano molte fasi. Quella attuale mi vede soddisfare il desiderio di provare nuove esperienze e soprattutto di poterle portare a persone mielolese che sono ancora all’inizio del loro percorso di riabilitazione». Filippo Preziosi, ingegnere progettista della famosa Ducati Desmosedici e fino al 2013 direttore tecnico corse nell’azienda di Borgo Panigale, nonostante l’incidente che nel 2000 lo costrinse su una sedia a rotelle, ha scelto Reggio Emilia per seguire il corso di immersione subacquea sotto la guida dell’instructor trainer Hsa Italia, Armano Fratti.
«Sono una persona molto curiosa – si racconta Preziosi – e ho pensato che avrei potuto vivere il mare in maniera più attiva rispetto alla vita sedentaria da spiaggia. Lavorare come direttore tecnico corse alla Ducati su una carrozzina non mi lasciava spazio per nient’altro. Da quando abbandonai quel ruolo, cominciai a sciare, nuotare, andare in bicicletta e, perché no – mi dissi – a voler praticare l’immersione subacquea. A settembre scorso, ho contattato il presidente di Hsa Italia, che mi ha consigliato di svolgere il corso a Reggio Emilia. In questo centro il trainer era Armano Fratti: gli ho parlato al telefono, l’ho incontrato a cena col suo staff e con altri corsisti. Si è stabilita da subito empatia. Così siamo partiti».
Preziosi si allena anche nella piscina del Circolo Equitazione Reggio Emilia (Cere) ed è alla sua terza immersione. «Là sotto succede qualcosa – rivela –, percepisci improvvisamente di trovarti in un mondo, quello acquatico, che attenua le differenze rispetto a quello atmosferico. E così dimentichi la tua mobilità limitata. Ogni volta l’esperienza diventa più intrigante, anche perché man mano acquisisci sempre maggiore confidenza, grazie soprattutto alla sicurezza che ti infondono gli istruttori».
Ma non si tratta solo e semplicemente della magia che il neo sportivo subacqueo vive in prima persona. Un risvolto inaspettato dell’esperienza, Preziosi lo riceve ogni volta che, da volontario, si reca all’ospedale di Montecatone, polo italiano ad altissima specializzazione per la riabilitazione intensiva delle persone colpite da lesioni midollari. «Ai tempi del mio primo ricovero – riferisce – mi colpì moltissimo l’aiuto pratico e psicologico di un ragazzo da molti anni in carrozzina, a sua volta degente nella stessa struttura, che spesso veniva a chiacchierare con me. Oggi sono io tra i volontari che aiutano i mielolesi dell’Istituto di Montecatone, nell’ambito di un vero e proprio staff costituito da medici, infermieri e, appunto, altri tetraparaplegici che hanno trovato in qualche modo il proprio equilibrio. Parlando con i pazienti, ricordo bene come a mia volta fosse difficile interagire con persone che mi parlavano da ‘in piedi’. Ma ascoltavo con attenzione chi era nelle mie stesse condizioni».
E anche martedì scorso, giorno della sua terza immersione, Preziosi è partito proprio da Montecatone, raccontando ai suoi amici-pazienti quello che sarebbe venuto a fare a Reggio Emilia. «Ho visto un lampo di speranza nei loro occhi», ci confida. «E questi momenti ti ripagano di tutto. Capisci che le barriere sono più mentali che fisiche. E allora vai avanti, e con te fai andare avanti anche loro».