
Gianni Tonelli, deputato del Carroccio
Imola, 14 novembre 2021 - Una pena pecuniaria di mille euro. È quanto stabilito dal giudice monocratico di Roma nei confronti dell’ex segretario generale del Sap e attuale deputato leghista Gianni Tonelli, imolese, per l’accusa di diffamazione dopo una querela presentata dalla sorella di Stefano Cucchi, Ilaria. In un post su Facebook, la Cucchi cita le parole utilizzate da Tonelli dopo la sentenza di assoluzione nel 2014 emessa dalla Corte d’Assise al termine del primo processo svolto sul caso della morte di Stefano Cucchi che hanno portato alla denuncia.
"’In questo Paese bisogna finirla di scaricare sui servitori dello Stato – scrive la Cucchi – le responsabilità dei singoli, di chi abusa alcol e droga, di chi vive al limite della legalità. Se uno ha disprezzo della propria salute e conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. Senza che siano altri, medici infermieri o poliziotti in questo caso, ad essere puniti per colpe non propriè. La Procura di Roma aveva chiesto l’archiviazione della nostra querela", aggiunge. "In aula ha insistito chiedendone l’assoluzione per legittimo esercizio del diritto di critica. Il gip, prima, e il tribunale di Roma adesso, sono stati di diverso avviso. L’onorevole Tonelli, leghista, all’epoca segretario del sindacato di Polizia Sap, è stato finalmente condannato", afferma la donna nel post.
«Sono veramente sorpreso della sentenza e ciò non tanto e in funzione dei miei convincimenti ma del fatto che per ben due volte il Pm, ovvero la pubblica accusa, si è espressa in senso positivo sulla vicenda, chiedendo prima l’archiviazione del procedimento e poi in dibattimento la mia assoluzione dall’accusa, dettagliando puntualmente la legittimità e la doverosità del mio comportamento". Parole di Tonelli a commento della sentenza; il deputato evidenzia di aver rilasciato le dichiarazioni oggetto della querela dopo la sentenza del 2014 che assolse gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria e al personale sanitario "per stigmatizzare il fatto che fosse indispensabile dotare tutte le Forze dell’ordine di videocamere da collocare su tutte le divise, in tutte le auto e in tutte le celle di sicurezza in grado di registrare immagini video/foniche degli accadimenti inerenti gli interventi di polizia. Ciò al fine di assecondare le esigenze di verità e di giustizia, sanzionando eventuali abusi qualora si fossero verificati".
Nel post con cui Ilaria Cucchi dà notizia della condanna, è stata omessa - afferma Tonelli - l’ultima parte delle sue dichiarazioni, quella in cui rimarcava "‘il nostro impegno e il nostro sforzo per introdurre in maniera sistematica e organica le videocamere e le garanzie funzionali, così da poter tutelare maggiormente i poliziotti, ma anche i cittadini, in tutte le situazionì ". Tonelli parla di "fatto surreale" e si dice "sereno e certo che nei gradi successivi del processo riceverò giustizia".
"Parlavo di un’anomalia del sistema italiano – riflette il deputato – Le videocamere non perdonano: la mia proposta tendeva a deflazionare il numero di dibattimenti, ma non ci siamo riusciti.".
«Questa è una sentenza incomprensibile ed estremanente creativa della mente umana – chiosa l’esponente leghista – Voglio aggiungere che sono molto dispiaciuto per il tragico evento e sono vicino alla famiglia per il dolore patito. Ma ciò non toglie che ci possa essere una riflessione su questo, per fare in modo che non accada più. Il punto è: da che parte remiamo? Io però sono sereno". red. cro.