Zakarin sfreccia da solo in autodromo, Imola brilla per un giorno in vetrina

Ma il vero spettacolo sono le migliaia di appassionati disseminati lungo tutto il percorso FOTO

Foto Isolapress

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Imola, 21 maggio 2015 - Dalla Russia con amore, e tanta energia nelle gambe. È una fuga irresistibile quella di Ilnur Zakarin, 26enne del Team Katusha. Arriva a braccia alzate sul traguardo dell’Autodromo – prendendosi l’ovazione del pubblico – dopo uno scatto in solitaria lungo 23 chilometri e la vittoria del Gran premio della montagna sui Tre Monti. E sono tanti, tantissimi gli appassionati che fin dalla mattina affollano le colline imolesi (scatenati i fan di Alan Marangoni, ma si fanno notare anche quelli di Fabio Aru) per una scampagnata rovinata solo in parte dalla pioggia. Si cucina, si mangia e si fa il tifo: spazio per i campioni di oggi, ma nel cuore (e sugli striscioni) di molti c’è ancora un posto speciale per Marco Pantani. In Autodromo, intanto, ci si diverte nel mega-villaggio e, quando la gara entra nella sua fase clou, il colpo d’occhio sulle tribune è ottimo. Gli spettatori, sparsi anche lungo tutta la pista, sono migliaia.

Nonostante il manto stradale scivoloso, il ritmo della 12ª tappa (partita da Forlì) è alto. I corridori arrivano nell’Imolese in anticipo rispetto alla tabella di marcia. Il brasiliano della Fdj, Murilo Fischer, gareggia con un casco disegnato da Stefano Barzaghi e dedicato ad Ayrton Senna, che al Tamburello perse la vita il 1° maggio del 1994. Il circuito dei Tre Monti, a dispetto della pioggia che aumenta d’intensità, è uno spettacolo. L’entrata e uscita dalla pista dove una volta sfrecciavano i bolidi della F1 (e solo dieci giorni fa erano protagoniste le moto della Superbike) è una chicca tutta imolese.

Il pubblico c’è e si fa sentire. Chi è rimasto a casa a gustarsi lo show in tv vede le immagini della gara affiancate a quelle degli scorci significativi della città: la Rocca Sforzesca, Palazzo Tozzoni, il gonfalone di Imola e la statua di Senna (grande lavoro dell’ufficio stampa del Comune con la Rai), e si gode anche il panorama ripreso dall’elicottero.

«Gareggiare qui è speciale», ammetterà alla fine Alberto Contador. Lo spagnolo allunga il proprio ruolino di marcia in rosa, tagliando il traguardo del sesto giorno consecutivo sul tetto del Giro. Parte a 9 chilometri dall’arrivo e il suo rivale, Aru, si deve difendere a denti stretti per non perdere neanche un secondo. E che spavento per Rigoberto Uran: cade sull’asfalto bagnato, rompe il caschetto, ma per fortuna rimedia solo qualche escoriazione. «Una grandissima giornata di festa, una passione e un entusiasmo incredibili che una manifestazione come il Giro d’Italia riesce a far esaltare al massimo – commenta Pietro Benvenuti, direttore dell’Autodromo –. È stato davvero bello vedere tantissimi bambini fare il tifo per tutti, all’insegna di quel sano concetto di sport che mi piacerebbe che tutti avessero. Il circuito si è confermato il palcoscenico ideale per ospitare eventi a livello internazionale e il Giro d’Italia è andato a completare un trittico di grandi eventi iniziato con il campionato mondiale Superbike e proseguito con la European Le Mans Series – 4 Ore di Imola».

Oggi si chiude: questa mattina, attorno a mezzogiorno, la carovana ripartirà con direzione Vicenza per la dodicesima tappa. Ma sarà di nuovo spettacolo, con una imperdibile sfilata per le vie del centro. Poi sarà tempo di bilanci. Per l’anno prossimo si sogna una cronometro (ancora in rosa), e per il 2018 il Mondiale su strada a mezzo secolo esatto dal trionfo, sempre in Autodromo, di Vittorio Adorni. Se le premesse sono quelle di ieri, si può sperare.