REDAZIONE IMOLA

I campioni si ritrovano. Il Castello che tornò in C2 fra abbracci e aneddoti

La grande squadra allestita da Gianni Galli e guidata da Nevio Valdifiori si è ritrovata all’Osteria del Borgo per un pranzo e un pomeriggio di ricordi .

I campioni si ritrovano. Il Castello che tornò in C2 fra abbracci e aneddoti

Ritrovarsi dopo vent’anni e scoprire che è come se il tempo non fosse mai passato. I giocatori del Castel San Pietro calcio che fu, quello colorato di giallorosso, quello di sei anni di calcio professionistico e di 17 di serie D, si sono ritrovati in città per festeggiare la splendida cavalcata che (ri)portò i termali in C2. La regia dell’incontro è stata dell’ex ds Gianni Galli, colui che quella squadra la costruì, scegliendo come condottiero Nevio Valdifiori, che il campionato già l’aveva vinto a Imola, meritandosi anche un fondo su ‘Repubblica’ a firma Gianni Mura quando per stemperare un periodo di tensioni si presentò al campo d’allenamento vestito da pagliaccio, proprio come al circo. Quello, però, è un aneddoto che appartiene al passato in riva al Santerno.

Sulle sponde del Sillaro, invece, Valdifiori raccolse le macerie di una squadra finita settima in D e la condusse a una vittoria netta: "Avevamo una squadra eccezionale, individualità enormi – ricorda Gianni Galli, uno che la pensa ancora oggi come la pensava vent’anni fa –. La squadra la deve fare il ds, soprattutto. La maggior parte degli allenatori che ho conosciuto erano bravissimi ad allenare, ma molto meno bravi a scegliere i giocatori". E così la squadra la fece anche e soprattutto Galli, sotto la supervisione di una dirigenza sempre molto ‘ingombrante’. "I dirigenti del Castello erano tanti e molti capivano di calcio. Dopo il settimo posto dell’anno prima inviai loro una lettera in cui scrissi che se non credevano più in me, potevano stracciare il contratto. Mi risposero di andare avanti". Il ‘cobra’ Bettini, Baldi, Pastorino, Roma, Liberati, Maresi, solo una manciata di nomi tra i 13-14 big di quel Castello che stravinse il campionato. Grandi individualità, si diceva, "ma il segreto fu il gruppo", sottolinea Galli. "A Castello si creò subito un’alchimia splendida, un gruppo che sapeva prima di tutto aiutarsi. Si sono cementate amicizie che durano ancora oggi, tra i ragazzi". E poi la città, perché come rimarca Galli, "a Castello i giocatori sono sempre stati bene tutti. Apprezzavano la tranquillità e la bellezza del posto, e poi erano sempre ‘coccolati’ anche dai dirigenti". A mangiare, i tanti che venivano ‘da fuori’ andavano sempre all’Osteria del Borgo, in via Cavour, e lì vent’anni dopo si sono ritrovati. "Dovevamo fermarci solo a pranzo, alla fine siamo rimasti lì anche metà pomeriggio, a parlare di aneddoti di calcio e di come sono poi trascorse le vite e le carriere dopo quella promozione". E non è comunque bastato. "Ci ritroveremo presto, ce lo siamo ripromessi, abbiamo ancora tante cose da dirci, e tanti ricordi da rispolverare dal cassetto", conclude Galli.

Claudio Bolognesi