ENRICO AGNESSI
Cronaca

Il Bilancio di genere divide. FdI: "Sprecati 12mila euro"

L’idea volta a valutare gli effetti delle scelte politiche non convince Bugani "Con la stessa somma avremmo potuto pagare 10 city pass a 750 donne".

La presentazione del Bilancio di genere in Comune. Nel riquadro Serena Bugani (FdI)

La presentazione del Bilancio di genere in Comune. Nel riquadro Serena Bugani (FdI)

Fratelli d’Italia contesta la spesa sostenuta per la redazione del primo Bilancio di genere del Comune, presentato a inizio marzo. Si tratta di 12mila euro destinati dal Municipio all’associazione Period Think Thank, che nei mesi scorsi ha portato avanti, per conto dell’ente di piazza Matteotti, attività con gruppi di lavoro, interviste individuali, raccolta di dati, presentazione di report ed elaborati. Tutto materiale utile, secondo l’ente di piazza Matteotti, ad "analizzare e valutare in che modo e in quale misura le scelte politiche producono o possono produrre effetti specifici sulle donne e sugli uomini in relazione ai diversi ruoli che questi esercitano nell’ambito delle dinamiche familiari, sociali, economiche e politiche".

L’operazione, frutto della collaborazione tra l’assessorato alle Pari opportunità e la commissione Pari opportunità del Comune, non ha convinto però i meloniani. E in particolare la loro capogruppo nell’Aula di piazza Matteotti, la consigliera Serena Bugani.

"Con questi danari avremmo potuto offrire gratuitamente a 750 donne dieci city pass a testa per il trasporto pubblico – è l‘affondo di Bugani –, visto che dal Bilancio di genere si evince che sono le donne ad usare di più il trasporto pubblico (aspetto di cui tutti sapevano anche senza dover redigere il bilancio di genere)".

Secondo la lettura dell’esponente di opposizione, infatti, con documenti come quello voluto dal Comune "in tanti casi, si scopre l’acqua calda. E intanto – prosegue Bugani – vengono impiegate risorse aggiuntive che potrebbero avere già destinazione, senza tanti fronzoli o giri di parole ideologiche di genere".

Insomma, la bocciatura da parte della capogruppo meloniana in Consiglio comunale è senza appello. "Mi sembra più un modo per tenere viva e vegeta una parte della sinistra femminista che rivendica diritti a fasi alterne e a seconda dei soggetti (quando ci sono delle donne italiane e non del loro orientamento politico si girano dall’altra parte) – prosegue Bugani –. Con il primo ‘Bilancio di genere’ a Imola si è voluto copiare ed andare nella direzione di Bologna, che è dal 2014 che fa questi bilanci, sulla falsariga del ‘Piano dell’uguaglianza’ della Città metropolitana, dove si scade inevitabilmente sull’ideologico e dove non tutti si riconoscono (ancora di più con l’attuale sindaco Matteo Lepore), ed è quello che vuole la sinistra di governo dei nostri territori".

Secondo l’esponente di opposizione, arrivare a una società "più giusta e con meno discriminazioni non è un obiettivo appannaggio di una sola parte politica, in questo caso la sinistra. Tutti noi – conclude Bugani – abbiamo questa preoccupazione, ma non possiamo non rilevare che bilanci di genere o piani per l’uguaglianza non raggiungono questo traguardo perché sono esclusivi, non comuni e pregni di ideologia e ai cittadini interessano il giusto, se gestiti in questo modo, perché hanno altre priorità, non di genere, da affrontare quotidianamente".