GABRIELE TASSI
Cronaca

La doppia fortuna del collezionista: "Così ho scoperto due capolavori. Ora la mostra al Museo Diocesano"

I quadri comprati all’asta e attribuiti ad altri autori si sono poi rivelati del pittore campano Luca Giordano. Le opere protagoniste dal 3 al 31 maggio al Palazzo vescovile assieme alla tela del ’Redentore benedicente’.

La vita a inseguire il bello. Il sentimento che più guida l’animo di un collezionista ha permesso a un vero e proprio amante della pittura di ritrovarsi in casa – grazie a un colpo di fortuna –, due opere del genio partenopeo del Seicento, Luca Giordano. Ovvero ‘Giacobbe e Rachele al pozzo’ e ‘Cristo e la samaritana’, due dipinti che incontreranno il ‘Redentore Benedicente’ del Museo Diocesano nella mostra ’Fons salutis. Quando l’acqua si fa verbo’, quarto appuntamento curato da Marco Violi per la rassegna Dialoghi.

"Circolavano sul mercato antiquario da un po’ di tempo – spiega il collezionista che ha messo a disposizione le opere per l’esposizione in programma dal 3 al 31 maggio nella Sala grande del Museo Diocesano del palazzo vescovile –, vidi ‘Giacobbe e Rachele al pozzo’ e ‘Cristo e la samaritana’ per la prima volta dieci anni fa. Erano stati attribuiti (erroneamente) a Francesco Solimena, discepolo di Giordano. Poi li ritrovai a un’asta qualche tempo fa, attribuiti questa volta a un altro ‘studente’ del pittore partenopeo, Giuseppe Simonelli". In quell’occasione – in realtà ignaro del vero autore dietro al quadro -, il collezionista si porta a casa due veri e propri pezzi da novanta a un prezzo da occasione, solo perché li trova belli.

E come si è arrivati a Giordano?"Sono amico di Daniele Benati, professore e critico d’arte – prosegue il collezionista –. Gli ho fatto vedere i quadri e ha detto: ‘Sono belli, molto molto belli’ e li ha riconosciuti come opere di Giordano. In seguito ci siamo rivolti a Riccardo Lattuada, uno dei più grandi esperti di pittura napoletana".

Un parere che è Praticamente la Cassazione. "Li ha esaminati a lungo e direttamente – prosegue nel racconto –. E’ una persona molto scrupolosa, ma alla fine è arrivato alla stessa nostra conclusione".

I due dipinti nella mostra al palazzo vescovile, hanno un filo conduttore che li lega all’opera del ‘Redentore Benedicente’ del Museo Diocesano, restaurata nel 2023 da Michele Pagani grazie ai fondi dell’8x1000. A legare i quadri il tema giubilare: le vicende bibliche narrate nelle due piccole tele di Luca Giordano ruotano entrambe attorno al tema della sorgente e del pozzo. "Simbolo – spiegano dal museo – della sete interiore dell’uomo: una sete che non può essere colmata dalle cose materiali, ma solo da Cristo". Quest’ultimo appunto protagonista della tela del Museo Diocesano, da tempo al centro di un dibattito che ha dato luogo a svariate proposte attributive. L’ultimo capitolo è costituito dal recente lavoro di analisi condotto dallo storico dell’arte Massimo Pulini, che lo ritiene assegnabile alla produzione giovanile di Guido Cagnacci; lo studioso nel mese di maggio terrà al Museo Diocesano, insieme a Michele Pagani che ne illustrerà il restauro, una conferenza volta ad illustrare i vari aspetti della sua ricerca e le conclusioni a cui è pervenuto.

Ma che storia c’è invece dietro alle due opere di Giordano? "Si tratta – risponde il collezionista -, di quadri prodotti negli ultimi anni di vita, probabilmente fra il 1695 e il 1705. Giordano, dopo essere stato pittore di corte in Spagna, tornò a Napoli. Nel corso del tempo ha prodotto oltre mille quadri di grandissima qualità. Di Cristo e la Samaritana esiste una replica autografa al museo di Budapest, del ‘Giacobbe’, invece pare che il mio sia l’unico esemplare". Da qui la motivazione di regalare l’opera al grande pubblico. "Non sono il tipo che ama guardare le cose nel buio della mia casa per appagare il mio ego. Credo che l’arte non sia fatta per una persona sola, ma sia qualcosa per tutti, da condividere. Creare occasioni come queste, fornire, pezzi unici, può dare quella spinta in più perché più gente riesca ad avvicinarsi all’arte custodita nei musei".