
Il premio è stato promosso da Legacoop Bologna e Istituto Nazionale di Urbanistica. Anche l’Università in. prima linea
C’è anche uno studio imolese tra i lavori che hanno ricevuto, nei giorni scorsi, il premio Giacomo Venturi. Promosso da Legacoop Bologna e Istituto Nazionale di Urbanistica, con il patrocinio di Comune e Città metropolitana di Bologna, Regione, dipartimento di Architettura dell’Alma Mater, il riconoscimento è giunto alla quinta edizione. È nato per rendere omaggio alla memoria di un amministratore impegnato sui temi dell’urbanistica sostenibile nell’area metropolitana bolognese, e per diffondere tra studenti universitari, neolaureati e dottori di ricerca la cultura della rigenerazione urbana per costruire città resilienti nella direzione dell’agenda Onu 2030.
Nella categoria neolaureati, il premio di 3.500 euro e la pubblicazione di una sintesi della tesi su ‘Urbanistica Informazioni’, sono andati alla tesi magistrale ‘Water paradox: counter-project for a detention basin along the Santerno river in a post-extractive landscape’, di Maria Giulia Arbizzi e Gaia Castellucci. La proposta progettuale, che vede come caso studio il fiume Santerno, è stata premiata dalla giuria perché integra aspetti ingegneristici con quelli ecologici, agronomici, botanici e sociali, nell’ambito dell’architettura del paesaggio in una logica di rigenerazione territoriale. Le alluvioni che hanno interessato l’Emilia-Romagna evidenziano l’urgenza di una gestione idraulica attraverso l’utilizzo delle casse di espansione nei bacini fluviali, che dovranno sempre più relazionarsi con l’ambiente urbano ed essere fruibili in modo innovativo per la comunità.
"Siamo molto contenti per la qualità e l’attualità di tutti gli elaborati candidati al Premio, che evidenziano un grande fermento attorno al tema della rigenerazione urbana nella Città metropolitana di Bologna", dichiara Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna.