REDAZIONE IMOLA

Secondo furto in 20 giorni: "Non ne possiamo più"

Esasperati i titolari del locale Papilla, colpito di nuovo durante la notte "Siamo arrivati dopo l’allarme e il ladro è fuggito. Ci sentiamo soli, non tutelati".

Esasperati i titolari del locale Papilla, colpito di nuovo durante la notte "Siamo arrivati dopo l’allarme e il ladro è fuggito. Ci sentiamo soli, non tutelati".

Esasperati i titolari del locale Papilla, colpito di nuovo durante la notte "Siamo arrivati dopo l’allarme e il ladro è fuggito. Ci sentiamo soli, non tutelati".

Secondo colpo in meno di venti giorni, questa volta con il ladro colto in flagrante all’interno del locale e inseguito poi, vanamente, per i campi a nord di Castel San Pietro. "Ci risiamo", è stato il pensiero tra l’incredulità e la disperazione di William Romagnoli e la moglie Simona, titolari del Papilla di via Roma, quando all’1.20 della notte tra venerdì e sabato è suonato l’allarme dell’esercizio. Dopo il colpo della notte del 4 agosto, con cospicuo bottino e ingenti danni alle strutture, si stava ripetendo lo stesso copione. Il ladro che entra forzando dall’esterno gli infissi che danno accesso alla cucina, poi la perlustrazione del locale a caccia di denaro in primis, ma anche di smartphone o altri dispositivi tecnologici. Questa volta però, è andata peggio al malvivente. Allertato dall’allarme, William con i figli si è messo in auto e questa volta è riuscito a raggiungere il locale non solo prima delle forze dell’ordine, ma soprattutto prima della fine del colpo. "Ho fatto un gran chiasso dall’esterno avendo capito che era ancora all’interno del locale, e lui si è dileguato, visto dai miei figli, scappando dalla finestrella del bagno".

Intanto erano accorsi anche Barbara e Stefano, due colleghi commercianti residenti in zona, e tutti insieme hanno cercato di non perdere le tracce del malvivente dando vita a un inseguimento per i campi che portano verso la stazione di Castel San Pietro, zona nord della città. Se la corsa dietro il ladro è stata vana, vano è stato anche il tentato furto, con l’uomo ("giovane, carnagione scura, osservando le telecamere lo stesso di inizio agosto, addirittura vestito uguale", preciseranno Simona e William) che nel locale ha dovuto abbandonare prima della rocambolesca fuga lo zaino che al suo interno aveva già le monete razziate, un cellulare aziendale e un tablet. "Cosa dobbiamo fare?", si interrogano pieni di amarezza William e Simona.

"Due colpi in due settimane, ma soprattutto la netta impressione di sentirsi soli, non tutelati, ed è questo che fa più male, come anche non avere ricevuto dalle istituzioni nessun gesto anche piccolo di solidarietà dopo il primo furto. Ci sentiamo inermi, e quello che più ci fa pensare e riflettere è che come noi, tutti crediamo si sentano così, e questo è socialmente pericoloso, perché quando un cittadino pensa di doversi difendere da solo vuol dire che nessuno è stato in grado di offrire gli strumenti giusti per tutelare lui e la sua attività".

Claudio Bolognesi