Imola, 13 ottobre 2024 – Bocciata l’ipotesi della galleria avanzata dal comitato e sostenuta dai Comuni. E Rete ferroviaria italiana (Rfi) pubblica le nuove ipotesi per il tracciato del potenziamento della linea ferroviaria fra Bologna e Castel Bolognese: di fatto resta una sola ipotesi, a nord dell’A14 con tre varianti. Ma Città Metropolitana di Bologna, Provincia di Ravenna e Comuni di Bologna, San Lazzaro, Ozzano, Imola, Castel San Pietro, Dozza, Castel Bolognese, Solarolo, non ci stanno: “Percorsi non condivisi, rappresentano una posizione unilaterale di Rfi”.
Si inasprisce il braccio di ferro sul maxi progetto ferroviario. Il raddoppio (il termine ufficiale è ’quadruplicamento, nel senso che da due i binari diventeranno quattro, ndr) fa parte di un maxi progetto europeo e sarebbe la prima parte di un ‘corridoio’ che condurrà fino in Puglia.
Il raddoppio della ferrovia (investimento da 3,6 miliardi) consentirebbe di separare alta velocità e merci dal trasporto locale con un aumento di capacità e rapidità.
Le ipotesi presentate da Rfi hanno però un forte impatto in termini di espropri, ma anche paesaggistico, visto che imporrebbero la realizzazione di grandi viadotti, necessari soprattutto per superare intersezioni con viabilità e ferrovie già esistenti. La soluzione in affiancamento alla linea storica sarebbe quella più impattante, dal momento che per esempio a Imola non c’è abbastanza spazio, mentre le altre proposte erano state inizialmente tracciate vicino all’A14 (a nord, a sud o in affiancamento). I Comuni hanno lamentato la mancanza di contatti con Rfi, mentre si sono diffuse numerose opposizioni con raccolte firme e la nascita del comitato ’No viadotto’. È stato proprio quest’ultimo a proporre un attraversamento in galleria almeno del territorio urbano di Imola (accade del resto già a Bologna, dove la stazione Alta Velocità è sotterranea). Un’ipotesi che ha riscosso l’interesse dei Comuni che, al tavolo istituito fra enti locali e Rfi, hanno chiesto che venisse approfondita.
L’approfondimento è stato fatto. E la risposta è negativa. Come si può leggere nella relazione scaricabile dal sito ufficiale del ’dibattito pubblico’ (www.dpbolognacastelbolognese.it) uno studio preliminare ha identificato numerosi problemi legati soprattutto al rischio di allagamenti e alla profondità che dovrebbe essere notevole, anche per via dell’attraversamento del Santerno. Secondo lo studio inoltre, l’impatto non sarebbe comunque trascurabile né sottoterra, con il rischio di intercettare sottoservizi e fondamenta, né in superficie. Per evitare allagamenti i due ingressi est e ovest della galleria dovrebbero per esempio essere rialzati e dovrebbero essere realizzate estese opere per uscite di sicurezza e deflusso delle acque.
Rfi ha quindi pubblicato una nuova ipotesi di tracciato su viadotto a nord dell’A14. Le tre varianti divergono soltanto sul punto nel quale i nuovi binari si separerebbero dalla linea storica per andare a raggiungere l’autostrada, se a San Lazzaro, Ozzano o Castel San Pietro. Gli enti locali però non ci stanno: “Un’opera di questa dimensione e impatto richiede approfondimenti più puntuali e una condivisione più trasparente dei criteri che guidano le scelte. Nonostante le interlocuzioni avvenute – proseguono – non si è arrivati ad avere tutte le verifiche necessarie, con un tracciato che rimane ancora troppo impattante per i territori e che non è sufficientemente integrato con le infrastrutture esistenti, gli strumenti pianificatori e con le necessità materiali delle comunità locali”. A giudizio delle Amministrazioni “i tracciati presentati non approfondiscono sufficientemente le peculiarità dei territori attraversati e non soddisfano le necessità di un progetto sostenibile per il suo impatto ambientale e inserimento urbanistico”.
I nuovi percorsi pubblicati da parte di Rfi, “sono stati presentati agli Enti locali, i quali però non li hanno condivisi” e “dunque rappresentano ancora una posizione unilaterale da parte di Rfi”. In particolare, viene sottolineato, “non sono arrivate ancora risposte soddisfacenti su alcuni quesiti: come la ferrovia affronta i due nodi ferroviari di Bologna e Imola; le ragioni effettive di un tracciato sviluppato tutto in elevazione; quali valutazioni di impatto acustico e paesaggistico e quale progetto di trasporto merci e passeggeri si intende soddisfare.
Le proposte illustrate non trovano una convergenza e gli Enti locali auspicano che attraverso il proseguimento del lavoro del tavolo inter-istituzionale, coordinato dalla Regione, si possa arrivare a un progetto condiviso”.
Quindi, viene argomentato ancora le “Amministrazioni, in maniera congiunta e concertata, sono già al lavoro per produrre un documento articolato di osservazioni puntuali che nei prossimi giorni sarà inviato a Rfi. Gli Enti locali ritengono indispensabile un ulteriore lavoro per garantire che l’opera non solo riduca il suo impatto, ma diventi realmente utile per lo sviluppo del territorio, obiettivo che, allo stato attuale, sembra lontano”.
p.c.