
La pista fuori dal calendario del Circus, parla l’ex presidente di Formula Imola "Rientrammo ’in gara’ con il Covid, ma quanto lavoro si fece prima. Bisogna riallacciare i rapporti, se si parla solo di soldi abbiamo già chiuso". .
Ha riportato il Gran premio in città già una prima volta nel 2020. E magari potrebbe aiutare a farlo anche una seconda. Uberto Selvatico Estense, ex presidente di Formula Imola, si dice "dispiaciuto" per l’esclusione di Imola dal Circus 2026. E per il futuro avverte: "Ora è il momento delle relazioni, non quello di parlare di soldi. Se c’è bisogno di dare una mano, con un incarico di rappresentanza, io ci sono".
Selvatico Estense, che ne pensa dell’assenza di Imola nel calendario 2026 della Formula 1? "È un grande dispiacere. Questa pista è nel cuore degli appassionati, rimanda alle gesta di una F1 leggendaria. E chiunque ami il motorsport non può non ricordare che qui sono stati vissuti alcuni dei momenti più importanti della storia del Circus. D’altra parte, è il momento di fare i conti con la realtà…".
Sembra di essere tornati alla situazione pre-2020... "In quel caso ci fu l’opportunità di rientrare per il Covid, ma non si trattò di un fatto sporadico. Lavorammo tanti anni, prima di poter essere considerati. In quella stagione, in particolare, c’erano piste che ospitarono due Gp. E lo stesso si voleva fare con Monza. Il fatto che Imola fu premiata, rappresentò il frutto di un grande lavoro".
Ricorda un aneddoto di quella trattativa? "Ricordo tutto di quel periodo. All’inizio, il rapporto fu legato al fatto che loro avevano bisogno di trovare una soluzione particolare per arginare la situazione che si era creata con il Covid, che portò alla cancellazione di tanti Gran premi. Ci chiesero di affittare la pista e di usare Imola come luogo per un evento a porte chiuse. Rispondemmo proponendo un’organizzazione che avrebbe previsto una bolla attorno all’Autodromo, per permettere il controllo e la gestione dell’evento".
E poi cosa successe? "Aci purtroppo si arrabbiò moltissimo. Al posto di Imola si fece avanti il Mugello, che però pagò per una cosa che a noi avrebbe invece garantito un ritorno economico. Ma quando saltò un ulteriore Gp, e si liberò un posto a novembre, ci infilammo. E nacque il rapporto con Liberty media durato fino a oggi".
Prima degli americani ci furono però lunghe trattative, senza successo, con l’allora patron della F1, Bernie Ecclestone, sempre per provare a riportare il Circus a Imola dopo l’addio del 2006... "Nel 2015 firmammo un accordo, per rientrare nel calendario al posto di Monza. Facemmo ricorso al Tar contro Aci, perché nella Finanziaria c’era l’utilizzo di fondi pubblici per il Gp. Il Governo di allora, però, ci disse di rinunciare…".
E oggi cosa dovrebbe fare Imola per rientrare in F1? "Innanzitutto ci sono ancora sette mesi di tempo davanti, nei quali le variazioni di calendario potrebbero esserci. Quanto però a un eventuale forfait di Madrid, credo sia complicato inserirsi in quella data: arriverebbe subito dopo Monza, sarebbe dunque economicamente poco sostenibile organizzare un altro Gp in Italia. Bisogna comunque iniziare un cammino ripartendo da zero, dialogando con Liberty Media e Stefano Domenicali per ricostruire. Ci sono le condizioni per prepararsi al futuro anche con una fermata ai box. È però il momento delle relazioni, di riallacciare i rapporti. Se invece si inizia subito a parlare di soldi, con i Paesi emergenti che ne offriranno sempre di più, il discorso è già chiuso".
L’Autodromo di Imola le è rimasto nel cuore… "Mi dicono spesso: ‘Ma tu hai altri interessi, cosa te ne importa del circuito…’. Per me però è una grande passione. E contribuire al benessere della città mantenendo alto il nome dell’Autodromo sarebbe il massimo".
Insomma, se le chiedessero una mano sarebbe pronto a darla? "Certamente. Il valore che posso esprimere deve però avere un incarico di rappresentanza, altrimenti non ha senso. E con il sindaco, che stimo, tanto varrebbe vedersi al bar. Per quanto riguarda la forma, nessuno meglio della politica potrebbe immaginarla".