
Su un tracciato di prova, venti persone si sono messe al volante fino alle 4 di mattina. L’obiettivo è migliorare la visibilità dei segnali verticali, anche utilizzando ’occhi elettronici’.
Venti automobilisti alla guida su un tracciato di prova, in condizioni notturne, senza illuminazione stradale. Segnali verticali di diverso tipo, caratterizzati da vari livelli di retroriflettanza e condizioni di manutenzione, installati lungo il percorso.
L’Autodromo, che già un paio di anni fa aveva ospitato alcuni test contro i colpi di sonno, nella notte tra martedì e mercoledì si è di nuovo trasformato in un piccolo centro sperimentale per la sicurezza stradale.
L’iniziativa, che ha animato il circuito dalle 21 alle 4, rientrava nell’ambito delle ricerche condotte dal Centro nazionale per la mobilità sostenibile.
Il progetto, nato dalla collaborazione tra il dipartimento Dicam dell’Università di Bologna e Movyon (polo tecnologico del Gruppo Autostrade per l’Italia), mirava appunto a valutare la leggibilità e la visibilità dei segnali stradali verticali utilizzando tecnologie innovative basate sulle capacità di risposta dei conducenti.
"Queste iniziative hanno un fondamentale impatto sociale, perché la ricerca in materia di sicurezza stradale, in sinergia con la mobilità sostenibile, sono due capisaldi della nostra mission, nel presente e negli anni avvenire – spiega Gian Carlo Minardi, presidente di Formula Imola, società che gestisce l’attività del circuito –. Come Formula Imola, siamo molto sensibili a queste tematiche e l’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari è senza dubbio la location ideale per questo tipo di sperimentazioni, frutto di un’importante collaborazione con Comune, Con.Ami, Regione Emilia-Romagna, Osservatorio regionale per la sicurezza stradale, Università di Bologna, nella figura della professoressa Valeria Vignali, e Montecatone Rehabilititation Institute".
Per quanto riguarda il rumore prodotto nelle ore notturne, già alla vigilia della sperimentazione il Comune aveva assicurato che, grazie soprattutto all’utilizzo dei dati raccolti durante test precedenti e dai rilevamenti condotti in Autodromo, l’impatto acustico complessivo sarebbe rimasto entro i limiti previsti dalla zonizzazione acustica municipale.
"La ricerca in materia di sicurezza stradale è di importanza strategica per la nostra città e l’autodromo – aggiunge il sindaco Marco Panieri –, che si confermano leader nell’innovazione tecnologica, coltivando relazioni fondamentali per lo sviluppo di progetti a lungo termine".
L’iniziativa dell’altra sera si aggiunge così ad altre attività di innovazione come quelle inserite nel progetto ‘Imola Living Lab’, presentato dal Comune all’Onu di Ginevra tre anni fa, nel settembre del 2021.
"Il progetto, costruito nello specifico dalle assessore Elena Penazzi (Autodromo) ed Elisa Spada (Ambiente e mobilità sostenibile), insieme alla professoressa Valeria Vignali, componente del Cda di Formula Imola, in sintonia con l’agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile, vede proprio l’Autodromo come punto di partenza di una nuova visione – commentano dal Municipio – che si collega alla città di Imola, a Con.Ami, a Formula Imola, alla Regione Emilia-Romagna, all’Università di Bologna e alla MotorValley".