Lavoro, Francesconi: "Fusione con Bologna inevitabile"

Il segretario metropolitano della Cisl fa il punto

Danilo Francesconi

Danilo Francesconi

Imola, 7 novembre 2016 - Lavoro, sfide dell’economia, Ausl. Sono i vari temi trattati con il neo segretario della Cisl Area metropolitana bolognese, il mordanese Danilo Francesconi. Eletto il 26 ottobre (Alberto Schincaglia è stato nominato segretario generale aggiunto di Imola), Francesconi succede ad Alessandro Alberani, che lascia la guida del sindacato dopo 13 anni.

Segretario, cosa cambia per Imola?

«Assolutamente niente. Anzi. Si tratta di un valore aggiunto per la città».

Un imolese al vertice di un sindacato bolognese...

«È necessario creare le condizioni affinché la Città metropolitana sia tale. Del resto, anche la distribuzione delle deleghe non sarà più legata alla provenienza territoriale dei vari segretari».

A differenza della Cisl, la Cgil imolese ha pubblicamente sempre preso le distanze da un processo di fusione con Bologna.

«Si tratta di uno scenario che, prima o poi, sarà inevitabile per tutte le associazioni di rappresentanza».

A Imola, ha contribuito a lanciare il progetto della manufacturing zone. Come procede?

«In questi mesi ci sono stati alcuni nuovi insediamenti. Altri due sono in cantiere e riguardano la zona della Cnh e della Smurfit».

L’area dove sorgeva la Cnh è molto estesa, parliamo di 110mila metri quadri. Troppo complessa da riqualificare?

«Ci sono due soggetti interessati: un’importante realtà tedesca e una italiana. Ma la proprietà del sito (Fca, ndr) sta sopravvalutando la reale appetibilità manifatturiera di quell’area».

In che modo le istituzioni potrebbero dare impulso alla stipula di un accordo?

«Le infrastrutture sono molto importanti per un territorio. Sarebbe ora che l’amministrazione concretizzasse la vecchia idea di snellire il traffico della zona industriale con la realizzazione di una rotonda tra le vie Lasie e Selice».

Che fine ha fatto l’idea di creare altre manufacturing zone in ambito metropolitano?

«Si stavano creando le condizioni per nuove aree, le cui istituzioni però non sono così toccate come quelle imolesi. Penso a Castel San Pietro con Ozzano, a Gaggio Montano, a due aree a Bologna. Tuttavia, in una fase in cui l’economia tende a rallentare, se le istituzioni non sono parte attiva, con le associazioni d’impresa e dei lavoratori, nella creazione di nuove opportunità per attirare imprenditori, la nascita di nuovi posti di lavoro diventa difficile».

Caso Sacmi. È preoccupato per le dimissioni del direttore generale?

«Mi preoccupano molto. Ma sono convinto che se la problematica si ferma al dg, Sacmi ha gli anticorpi per trovare una soluzione, se così non fosse...».

Esisteva un conflitto interno tra l’ex direttore e il cda?

«Se si è arrivati a questo punto, evidentemente le strategie del cda non collimavano più con quelle del direttore generale».

Ci sono altri dirigenti in uscita?

«Speriamo non sia così».

Capitolo Ausl: cinque primariati vacanti. Preoccupato anche per questo?

«Certo. Sono convinto che i primariati sono necessari per la valorizzazione e la conservazione del nostro ospedale, senza disconoscere le reti cliniche. Ma è chiaro che deve esserci un presidio di vertice. E su queste cose bisogna accelerare».