Discarica, lo stop all’ampliamento rischia di fare aumentare le bollette

Per coprire i tragitti fino a Ravenna e Gaggio Montano si prevede di spendere due milioni in più

Con.Ami e amministrazione illustrano lo stop (si spera temporaneo) all’ampliamento del sito di via Pediano

Con.Ami e amministrazione illustrano lo stop (si spera temporaneo) all’ampliamento del sito di via Pediano

Imola, 19 ottobre 2016 – Ancora qualche settimana di vita e l’attuale discarica di via Pediano sarà satura. Ciò significa che, se nel frattempo non sarà diventata operativa la sopraelevazione del terzo lotto (cosa che si augura piazza Matteotti), i rifiuti solidi urbani che i Comuni del Circondario conferiscono nell’impianto gestito da Herambiente dovranno essere dirottati altrove. Dove? Nei siti più vicini: quello di Ravenna, sempre gestito dalla multiservizi, e quello di Gaggio Montano. Traduzione: nel caso, i viaggi dei camion per conferire il pattume si faranno inevitabilmente più lunghi, per cui il rischio che si corre è l’aumento della Tari.

Nell’attesa dunque che si arrivi (o meno) a una soluzione con la Soprintendenza per l’ampliamento della discarica, «nel 2016 non avremo un aumento dei costi della Tari per le aziende, ma per il 2017 sì», traccia il quadro l’assessore all’ambiente Davide Tronconi. «Tuttavia, si dovrà rifare il calcolo anche per le famiglie», aggiunge il sindaco Daniele Manca. Quanto costa portare altrove i i rifiuti? Si stima che, per il 2017, il costo aggiuntivo di conferimento del pattume che da via Pediano verrebbe dirottato a Ravenna o Gaggio Montano equivalga a «circa due milioni di euro». Cifra che servirebbe a coprire i tragitti più lunghi.

Oggi la discarica ha una capacità residua di poche migliaia di tonnellate. «A inizio anno avevamo a disposizione 70mila tonnellate di rifiuti urbani – spiega il presidente di Con.Ami Stefano Manara -. Ora siamo arrivati alla fine. Continueremo a utilizzare l’impianto Akron, dopodiché quella percentuale di rifiuti che era destinata in discarica (10%, ndr) verrà portata in altri impianti». A meno che dalla Regione non arrivi il via libera rispetto all’Autorizzazione integrata ambientale. «Per quanto riguarda i rifiuti speciali – riprende Manara –, nel 2016 sono stati portati in discarica circa 20mila tonnellate, ma adesso non c’è più posto».

C’è di più. Quella con la Soprintendenza non è l’unica questione da risolvere: «Il Piano regionale dei rifiuti prevede che il nuovo impianto abbia una capacità di 1,5 milioni di tonnellate – spiega il primo cittadino -. Ma per garantire continuità, era stato presentato un progetto che ne contempla 1,875 milioni: 375mila tonnellate sono destinate alla sopraelevazione, 1,5 milioni sono quelle che dovrebbe accogliere il quarto lotto». Fatto sta che la Regione non vuole contarne una di più. «ConAmi presenterà quindi le modifiche all’ufficio di Via della Regione – chiosa Manca -. Sarà sufficiente ridurre il progetto di ampliamento del quarto lotto».