Albicocche, raccolto a rischio

Gravi danni per le gelate di fine febbraio e marzo

Un agricoltore davanti a un albero di albicocche

Un agricoltore davanti a un albero di albicocche

Imola, 29 marzo 2018 - Per i produttori di albicocche, questo potrebbe essere il terzo anno senza reddito. Il grido d’allarme arriva dalla Coldiretti Bologna che denuncia come la stagione 2018 dell’albicocca, frutta regina delle campagne imolesi e in particolare della vallata del Santerno, sia a rischio a causa della neve e delle gelate delle scorse settimane. Già all’indomani del passaggio di Buran, a metà febbraio, e delle successive gelate che portarono la temperatura fino a -10 gradi, l’associazione di categoria aveva espresso forti timori in merito alla tenuta del comparto.

Preoccupazioni che oggi si sono concretizzate. «A causa della fioritura anticipata, la produzione e le stesse piante sono state danneggiate, con la conseguenza che gli agricoltori rischiano di perdere il raccolto di un prodotto di cui Imola è leader in Italia con 1.100 ettari coltivati, pari al 20% della superficie coltivata ad albicocche in Emilia Romagna e all’8% a livello nazionale», sottolinea Antonio Ferro, presidente Coldiretti Bologna.

Ne sa qualcosa Stefano Lelli, coltivatore di 16 ettari di albicocche a Borgo Tossignano. «Al momento ho cinque ettari danneggiati che sono andati completamente bruciati – fa sapere –. Per gli altri bisogna aspettare ancora qualche settimana per vedere se, quando si svilupperanno le albicocche, i frutti resteranno o meno attaccati agli alberi». Tra i campi, quindi, l’umore è pessimo perché «se non si produce – sottolinea Lelli – non facciamo reddito. E dopo l’anno orribile del 2017, quest’anno siamo partiti malissimo».

Una possibile soluzione? Le polizze assicurative, ma «a fine febbraio – riprende Ferro – non era stato ancora raggiunto l’accordo tra le compagnie di assicurazione e i Consorzi di difesa per la campagna assicurativa che avrebbe consentito ai produttori di assicurarsi».

Insomma, oltre al danno la beffa. «Se da un parte, sul fronte delle assicurazioni, ci sono novità positive introdotte da alcune modifiche a livello europeo con l’abbassamento della soglia di indennizzo e l’aumento del contributo sulle polizze, dall’altro – rileva Coldiretti – occorre che le polizze stesse siano calate nella realtà produttiva con strumenti chiari e comprensibili per gli agricoltori e che siano soprattutto snelle, visto che ancora oggi ci sono agricoltori che stanno facendo i conti con le polizze agevolate del 2015».