Mercatone Uno fallimento, obiettivo cassa integrazione

Il ministro Di Maio dopo l’incontro con sindacati e lavoratori: “Il tribunale autorizzi l’amministrazione straordinaria”

La protesta dei sindacati e dei dipendenti del Mercatone Uno a Roma (Foto LaPresse)

La protesta dei sindacati e dei dipendenti del Mercatone Uno a Roma (Foto LaPresse)

Imola, 28 maggio 2019 – Attivare al più presto la cassa integrazione straordinaria, garantendo il sostegno al reddito dei 1.800 dipendenti, compresi i 60 circa del centro direzionale di via Molino Rosso. Poi valutare bene i debiti del gruppo e infine cercare un nuovo acquirente. E’ questa la strada, emersa dopo l’incontro di ieri a Roma con i sindacati, che il Governo proverà a seguire per tirare fuori dalla sabbie mobili la Mercatone Uno.

AGGIORNAMENTO Mercatone Uno, anche i clienti in ansia La vertenza è venuta a galla pochi giorni fa con il fallimento della Shernon Holding, società che da agosto 2018 detiene lo storico marchio nato nel 1978 a Dozza e gestisce 55 punti vendita sparsi in tutta Italia, chiusi da sabato mattina.

LEGGI ANCHE  Mercatone Uno fallito, 5 anni vissuti con il fiato sospeso "L'obiettivo minimo da attuare subito è la Cigs per i lavoratori – ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio –. Il tribunale di Bologna deve autorizzare la procedura di amministrazione straordinaria e riprendere l'esercizio provvisorio il prima possibile. Così da consentire il ricorso agli ammortizzatori sociali". Una volta ottenuta la Cigs, ci sarà "la fase di reindustrializzazione per dare un futuro certo ai lavoratori, ce la metteremo tutta lavorando collegialmente con le parti sociali e le Regioni", ha aggiunto Di Maio. In concreto, il prossimo passo sarà quello di incontrare, giovedì 30 maggio, i fornitori e i creditori della società dichiarata fallita dal Tribunale di Milano con circa 90 milioni di debiti accumulati in 9 mesi. Il problema, infatti, non sono solo i lavoratori ma anche un indotto di 500 aziende creditrici per circa 250 milioni di euro non riscossi. Alla finestra ci sono poi i clienti, fra cui tantissime famiglie che rischiano di non ricevere più i mobili che hanno già pagato. Per tutelarle, le associazioni dei consumatori chiedono al Governo delle misure ad hoc.