"L’affidamento diretto può avvenire a favore di società interamente pubbliche, in possesso dei requisiti prescritti dall’ordinamento europeo per la gestione in house, comunque partecipate dagli enti locali ricadenti nell’ambito territoriale ottimale… Viste le condizioni prescritte dall’ordinamento per l’affidamento in house, nel caso in esame Centro Marche Acque S.c.r.l. e la propria società operativa Astea S.p.A. sembrano attualmente non rispettare il requisito del capitale interamente pubblico, né quello dell’attività prevalente". Insomma, per dare vita a un gestore unico del servizio idrico secondo la formula in house, senza gara, e secondo le indicazioni votate dall’assemblea dell’Aato 3 lo scorso primo agosto (una società mista tra gli attuali gestori e i Comuni), bisogna sciogliere il nodo del privato presente in Astea. È quanto si legge nel parere che l’Agcom, Autorità garante della concorrenza e del mercato, ha inviato all’Aato 3 nei giorni scorsi, e che sarà discusso nella prossima riunione dell’assemblea dei soci, martedì prossimo.
L’Agcom rileva come Astea spa, società operativa incaricata in parte della gestione in house del servizio idrico integrato e che dovrebbe entrare a far parte della costituenda società consortile, è partecipata sia dai Comuni (indirettamente, mediante la holding titolare della gestione del servizio Centro Marche Acque S.c.r.l., titolare del 78,68% del capitale sociale), sia da soggetti privati, dal momento che il Consorzio Gpo, titolare del 21,32% del capitale sociale, risulta a sua volta partecipato al 62,35% dalla società privata Ireti spa". "L’Agcom conferma la tesi che ho sempre sostenuto, e cioè che l’affidamento in house è possibile se si va a costituire una società interamente pubblica. L’assemblea ha scelto il modello di società a cui dare vita, e l’Autorità ritiene che si possa procedere, ma va risolto il problema della presenza del privato in uno degli attuali gestori", sottolinea Alessandro Gentilucci, presidente Aato 3. Vedremo che cosa accadrà in assemblea, chiamata a discutere anche un’altra scottante questione, vale a dire la predisposizione delle tariffe dell’acqua per il periodo 2024-2029. Questo punto era già all’ordine del giorno della scorsa assemblea, ma è stato rinviato per il forte scontro tra Gentilucci, contrario a qualsiasi aumento, e una parte dei sindaci, in qualche modo portavoci delle società di gestione che, sulla base del periodico aggiornamento Arera, rivendicano la copertura dei maggiori costi sostenuti negli ultimi anni. La decisione va presa entro ottobre e, dunque, questa volta non sono possibili rinvii. Il fatto è che la situazione non sembra cambiata, visto che il presidente resta fermo sulla sua posizione, non vuole aumenti. Ma non sarà facile tenerla rispetto ad un incremento medio stimato del 7% che chiederebbero i gestori, con i quali il presidente deve comunque interloquire. Se le nuove tariffe non saranno approvate entro il 31 ottobre, l’Aato di Macerata uscirà dalla cosiddetta qualità tecnica, un sistema premiale di Arera, con il rischio di perdere consistenti finanziamenti.