REDAZIONE MACERATA

Addio allo scultore Carlo Celi. La sua arte dal legno alla pietra

Matelica piange la scomparsa dell'artigiano Carlo Celi, abile scultore e cesellatore, che ha lasciato un'eredità artistica unica nella sua città natale.

Matelica piange la scomparsa dell'artigiano Carlo Celi, abile scultore e cesellatore, che ha lasciato un'eredità artistica unica nella sua città natale.

Matelica piange la scomparsa dell'artigiano Carlo Celi, abile scultore e cesellatore, che ha lasciato un'eredità artistica unica nella sua città natale.

Matelica perde il suo ultimo scultore e cesellatore, l’ex postino Carlo Celi (nella foto), morto all’età di 86 anni. I suoi funerali si sono tenuti nella chiesa di Regina Pacis, quartiere in cui abitava da oltre mezzo secolo, ossia da quando si era trasferito a Matelica, dov’era sposato. Originario di Magliano de’ Marsi, nell’aquilano, da bambino aveva lavorato a bottega e solo una volta in pensione, negli ultimi decenni, era tornato a scolpire, producendo numerose sculture su legno e pietra, usando materiali di riutilizzo, per lo più antichi, come tegole romane, coppi e gessi locali. Tra le tante opere realizzate nel suo garage, c’erano raffigurazioni classiche, immagini sacre o stemmi cittadini. Numerose le mostre allestite a Matelica e dintorni, spesso insieme con l’amico vasaio Gilberto Cruciani. Il suo cruccio prima di morire era che "gli istituti tecnici superiori non sfornano più certe professionalità: ricavare da un materiale una forma o una rappresentazione plastica non è solo arte o tecnica, ma opportunità economica, di crescita umana e di grande appagamento".

Matteo Parrini