"Aggrediti dai tifosi. Che paura sul pullman"

Fabio Ubaldi, giornalista e arbitro, aveva accompagnato a Pesaro il nipote che gioca con le giovanili della Recanatese.

"Aggrediti dai tifosi. Che paura sul pullman"

"Aggrediti dai tifosi. Che paura sul pullman"

Sul pullman bersaglio di sassi e bengala da parte di violenti tifosi della Vis Pesaro domenica, c’era anche Fabio Ubaldi. Giornalista di RadioC1 e L’Appennino Camerte, 57enne di Caldarola, Ubaldi è conosciuto dagli sportivi sia del calcio che della pallavolo. Ogni sabato e domenica ha condotto la versione nostrana di "Tutto il calcio minuto per minuto" collegandosi nei campi del territorio e della regione. Ne ha ascoltate tante e pure vissute tante in prima persona, ma una cosa così no.

"Qualche scazzottata nel calcio purtroppo c’è sempre stata ma finiva lì, stavolta è accaduto qualcosa di grave che poteva tramutarsi in tragedia. Io ero andato perché mio nipote gioca nelle giovanili della Recanatese, ero seduto dietro l’autista e lì per lì abbiamo udito più che altro il rumore".

La paura è emersa, dopo quando avete capito?

"Sì, una volta fermati all’autogrill ci siamo resi conto meglio. Il mezzo aveva i doppi vetri e quello esterno era sgretolato, ma soprattutto faceva impressione il buco sul montante dello sportello. Se il sasso fosse arrivato all’autista non sarei qui a parlare".

Quasi si corrono più pericoli in un incontro di categorie minori che in serie A...

"Vero. E aggiungo che a Pesaro i controlli hanno lasciato a desiderare".

Lei è responsabile arbitri del Comitato territoriale Macerata di pallavolo, e giudice di linea nelle gare europee della Lube, e sui social ha confrontato i due sport.

"C’è un abisso come cultura sportiva. Perché ci si deve picchiare dopo una sconfitta o una vittoria? La sera prima avevo arbitrato a Centobuchi una gara valida per la promozione in B nazionale maschile e non solo non ci sono stati cori verso di me, ma nemmeno verso l’altra tifoseria al palazzetto. Al Benelli invece già durante la partita avevamo ricevuti insulti senza motivo".

Andrea Scoppa