"Piccola Chiara, non te ne andare". Lo strazio della famiglia al funerale

Folla in lacrime per l’ultimo saluto alla 23enne morta in Spagna

I palloncini bianchi e viola, dopo il funerale di Chiara, stamattina a Santa Croce

I palloncini bianchi e viola, dopo il funerale di Chiara, stamattina a Santa Croce

Macerata, 20 dicembre 2015 - «Chiara, vieni qui, Chiara non te ne andare. Io voglio Chiara. Ridatemela indietro». Le urla strazianti della mamma e della sorella accompagnano tutto il funerale di Chiara Scirpoli, la 23enne maceratese morta a Siviglia domenica.

E si mescolano al pianto, inconsolabile, del padre. «Mezza Macerata è qui, siete venuti in massa. E col vostro silenzio portate l’abbraccio alla famiglia», dice don Alberto, il parroco di Santa Croce, dove si è svolta stamattina alle nove la funzione funebre.

«Sei partita per la Spagna in cerca di un futuro migliore. Ed eccoci qui. Non era questo il tuo destino – dice Giovanni, il marito della sorella di Chiara –. Spero che Dio ti abbia riservato un bel posticino, lassù, accanto agli angeli. Non dimenticheremo mai la tua voglia di vivere, la tua semplicità, e i momenti passati insieme. Dacci la forza di andare avanti. Chiara, Chiara, Chiara...ora sei in pace, anche se in noi hai lasciato un vuoto immenso. Il tuo sorriso e i tuoi occhi possano brillare in cielo. Ciao Chiara, ci mancherai tanto».

Durante la messa, alcuni amici di Chiara depositano dei fiori, bianchi e viola, i colori preferiti della 23enne, sull’altare. Bianchi e viola sono anche i palloncini che i parenti fanno volare in cielo, fuori della chiesa.

Tantissimi i parenti venuti per l’ultimo saluto alla loro piccola, molti anche da Monte Sant’Angelo (Puglia), paese di cui la famiglia Scripoli è originaria.

Lo strazio è talmente grande che il parroco, durante i saluti della folla alla famiglia alla fine del funerale, invita la gente a uscire. «La tragedia è troppo grande, il dolore terribile», dice don Alberto.

«Figlia, figlia mia», gridano le nonne, fuori della chiesa, mentre il feretro viene portato via. Uno zio si butta sulla bara mentre la portano fuori dalla chiesa, la bacia e urla il nome della nipote. Nessuno vorrebbe lasciarla andare. «Chiara, perché? Perché?», le grida di dolore della madre.

Presenti anche il sindaco Romano Carancini, che ha stretto in un abbraccio i genitori prima dell’inizio del funerale, e la preside della scuola Mestica, Sabina Tombesi, in lacrime. Chiara ha frequentato infatti le medie lì, e anche la mamma, Raffaella, è legata all’istituto, essendo collaboratrice scolastica nella scuola media.