PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Cinque ausiliari impiegati come oss "E ora l’Asur deve pagarli di più"

La corte d’appello accoglie il ricorso dei dipendenti e condanna l’Area Vasta 3 a versare la differenza

di Paola Pagnanelli

L’Asur condannata a pagare cinque ausiliari, impiegati come operatori socio-sanitari nei reparti. Lo ha deciso la corte d’appello, accogliendo il ricorso presentato per i lavoratori dall’avvocato Barbara Arzilli. La vicenda riguarda alcuni dipendenti, assunti come ausiliari all’ospedale di Macerata. Nel maggio 2012, tutti e cinque avevano preso la qualifica di oss, e così alcuni avevano iniziato a svolgere anche quel tipo di mansioni in corsia, altri avevano iniziato a farlo già dal 2008. Per questo avrebbero svolto – chi dal maggio 2012, chi dall’agosto 2008 – mansioni diverse, e cioè quelle di oss. Così era partito il ricorso davanti al giudice del lavoro Caldarello, al quale era stato chiesto di riconoscere il diverso inquadramento previsto per i compiti svolti dai ricorrenti. In primo grado, però, il tribunale aveva respinto la richiesta, e così la vicenda è finita davanti alla corte d’appello di Ancona, dove le ragioni dei lavoratori sono state riconosciute. In primo luogo – si legge nella sentenza depositata alla fine dell’anno e di cui è stato relatore il giudice Andrea De Sabbata –, nel pubblico impiego contrattualizzato il diritto a essere pagati per il lavoro svolto esiste anche senza formale atto di incarico. Non serve neppure una carenza di posti per quel profilo, che comunque in ospedale risulta ci fosse dai documenti. Inoltre, la corte rileva che l’Asur, nel difendersi, aveva dichiarato che la funzione principale prevista per gli ausiliari, cioè la pulizia degli ambienti, era stata affidata dall’Area Vasta 3 a una ditta esterna, come fanno quasi tutte le Aree Vaste. Nei loro ricorsi, i lavoratori avevano indicato le attività svolte nei reparti, che non erano quelle di ausiliari, ma quelle affidate agli oss: "attività rivolte alla persona" con "assistenza diretta" e "intervento igienicosanitario e di carattere sociale". A conferma di ciò, i piani di lavoro aziendali nei quali si organizzavano i turni, alternando gli oss con i ricorrenti senza alcuna distinzione di ruolo. Questo utilizzo paritario di ausiliari e oss è emerso anche dalle deposizioni dei testimoni, infermieri che hanno confermato il fatto che i ricorrenti si occupassero anche dei pazienti. "Devono essere pertanto riconosciute ai ricorrenti le differenze retributive corrispondenti all’attività prestata, riconducibile al livello Bs", conclude la corte d’appello, presieduta dal giudice Vincenzo Pio Baldi. I giudici non hanno ritenuto di poter inquadrare automaticamente i cinque ausiliari come oss, ma ora l’Asur dovrà pagare loro il dovuto, per mansioni superiori.