Continua la corsa dei prezzi. Macerata, inflazione come a Milano: "Conto da 242 euro a famiglia"

Il quadro dell’Unione nazionale consumatori: a gennaio un indice dell’1,2 per cento su base annua. Siamo la 28esima città più cara d’Italia. Ancona in controtendenza: deflazione dello 0,3 per cento.

Continua la corsa dei prezzi. Macerata, inflazione come a Milano: "Conto da 242 euro a famiglia"

Continua la corsa dei prezzi. Macerata, inflazione come a Milano: "Conto da 242 euro a famiglia"

A gennaio la città di Macerata ha registrato un indice di inflazione (calcolato su base annua), del +1,2% (lo stesso di Milano), con un aggravio per famiglia media di 242 euro. Numeri che fanno di Macerata – insieme ad Ascoli – la 28esima città più cara d’Italia, mentre Ancona è la terza più virtuosa d’Italia, visto che è in deflazione, poiché registra un calo dei prezzi dello 0,3%, con un risparmio annuo per famiglia media di 66 euro. Questa la situazione che emerge dal quadro disegnato dall’Unione nazionale consumatori, sulla base dei dati diffusi recentemente dall’Istat.

Si dirà che è un valore modesto rispetto a quelli registrati negli ultimi due anni, ma i numeri vanno letti con attenzione per evitare di farsi un quadro falsato della realtà. Intanto il valore maceratese è al di sopra della media nazionale (+0,8%) e di quella regionale (0,6%); e, poi, se si "disarticola" il dato generale, ci si accorge che la crescita dei prezzi relativi al cosiddetto carrello della spesa è decisamente più alto (oltre il 5%). Il calo dei costi dell’energia (luce e gas) si accompagna a un rincaro dei beni alimentari non lavorati che si attesta al +7,5%, un valore ancora molto elevato, che continua ad erodere il potere di acquisto delle famiglie, specie di quelle a basso reddito. Insomma l’incremento maggiore riguarda i beni di consumo primari, non proprio una bella notizia. In testa alla classifica delle città più care d’Italia c’è Napoli dove l’inflazione, pari a +1,9%, la più alta tra i capoluoghi di regione e i comuni con più di 150mila abitanti, si traduce in una maggior spesa aggiuntiva su base annua, di 419 euro per una famiglia media. Al secondo posto Perugia, dove il rialzo dei prezzi dell’1,7%, la seconda inflazione più alta determina un incremento di spesa annuo pari a 417 euro a famiglia. Medaglia di bronzo per Trieste che con +1,7% ha una spesa supplementare di 415 euro annui per una famiglia tipo. Appena fuori dal podio Bolzano (+1,4%, pari a 405 euro), poi Venezia (+1,4%, 369 euro), Firenze (+1,4%, +366 euro), Livorno (+1,4%, 357 euro), Milano (+1,2%, 343 euro).

Nella graduatoria delle città più virtuose d’Italia, tre città addirittura in deflazione. Vince Campobasso dove l’inflazione pari a -0,7% si traduce in un risparmio, in media, i 145 euro su base annua. Medaglia d’argento per Reggio Emilia, dove la diminuzione dei prezzi dello 0,4% determina un calo di spesa annuo pari a 109 euro per una famiglia tipo. Medaglia di bronzo per Ancona,la terza città più risparmiosa d’Italia, che con un -0,3% ha un taglio delle spese pari a 66 euro annui per una famiglia media.