Crucianelli: "Scelta ingiustificata, grosso danno anche per l’indotto"

L’allarme del presidente dei costruttori: il decreto rischia di bloccare i cantieri

Crucianelli: "Scelta ingiustificata, grosso danno anche per l’indotto"

Crucianelli: "Scelta ingiustificata, grosso danno anche per l’indotto"

Pesanti critiche alla decisione del governo di revocare definitivamente il Superbonus arrivano anche dalla sezione Costruttori di Confindustria. Il presidente, Enrico Crucianelli, parla di un intervento "totalmente fuori luogo e ingiustificato". Il rischio concretissimo è che la ricostruzione si blocchi completamente con un impatto pesantissimo nell’economia del territorio. "Abbiamo avuto modo di leggere la bozza del decreto – spiega il presidente di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Macerata –, perché quello ufficiale non è ancora stato pubblicato, ma ci sembra già un provvedimento fuori luogo totalmente. Bloccherà del tutto la ricostruzione. Basta vedere la percentuale di accollo sulle pratiche del sisma per capire che il contributo da solo non è sufficiente. Il Superbonus rappresentava l’unica soluzione affinché i committenti potessero portare a termine la ricostruzione delle loro case". Come Tritarelli di Cna, anche Crucianelli ritiene che l’impatto della misura non sia una giustificazione sufficiente: "Non riteniamo che l’impatto sulle casse dello Stato fosse così rilevante da giustificare questo provvedimento. Siamo seriamente preoccupati, perché i contratti erano diminuiti già, e ora si aggiunge pure l’impossibilità di accedere allo sconto in fattura". Non è chiaro se questo provvedimento riguarderà solo i nuovi interventi, bisognerà attendere la scrittura del decreto per capirlo, ma Crucianelli non ha dubbi: "La ricostruzione si bloccherà. Sembra di capire che i progetti già presentati siano esclusi. Non riusciamo a quantificare le imprese che risentiranno delle scelte del governo in tal senso, ma è fuor di dubbio che il settore edile sia trainante nella nostra economia territoriale e gli effetti si sentiranno anche nell’indotto, proprio in un momento in cui si auspicava addirittura l’ingresso di altre aziende nel cratere per velocizzare la ricostruzione. I ritardi avranno comunque un costo per lo Stato sia in termini di mancato Pil sia perché si continuerà a pagare il contributo per l’autonoma sistemazione. In definitiva – conclude – parliamo di un intervento inopportuno, fuori luogo e non necessario".

Gaia Gennaretti