D’Angelo (Cna): "Città razzista? Un’offesa alla storia e alla gente"

"Far balenare il sospetto che Civitanova sia una città razzista è un’offesa alla storia e alla sua gente". Così Carlo D’Angelo, presidente degli artigiani di Cna. L’aggressione che ha portato alla morte di Alika è all’origine, per lui, della diffusione di un’immagine distorta di Civitanova. Per D’Angelo, una tragedia maturata all’improvviso e con motivazioni contrassegnate da contraddizioni, non può infangare una città che ha sempre accolto e mai respinto. "Il fenomeno migratorio – dice D’Angelo – si è intensificato negli ultimi trent’anni e l’accoglienza non è mai mancata al di là del colore. Le nostre aziende hanno dato lavoro a numerosi extracomunitari, inquadrandoli come tutti gli altri a livello salariale e contributivo. Anche io ne ho assunti diversi in passato e mai mi sono pentito della scelta. Come presidente della Cna, anzi, dirò di più. Alla nostra associazione si sono iscritte in passato, e lo sono tuttora, tante aziende create da extracomunitari nei vari settori di competenza. Grazie a Civitanova quindi, molti hanno trovato e creato lavoto utile al sostegno delle proprie famiglie, i loro figli vanno a scuola e giocano con i nostri figli, tutti hanno il meritato rispetto. Ecco perché non posso accettare che si diffondi il solo dubbio di città razzistica, come emerge dai titoli e dalle cronache di questi giorni", conclude D’Angelo, "Una rissa alle due di pomeriggio in un corso Umberto deserto, scoppiata all’improvviso e tragicamente finita dopo pochi minuti, avrebbe colto di sorpresa tutti né sarebbe stato facile per nessuno intervenire. Il razzismo non c’entra e non ha cittadinanza a Civitanova".