Dispersione a scuola e cervelli in fuga

In Italia nel 2022, 465mila giovani hanno abbandonato la scuola, mentre 55.500 "cervelli" sono emigrati. La dispersione scolastica preoccupa per le conseguenze sociali, mentre la fuga all'estero impatta sulle imprese. L'Italia presenta bassi numeri di diplomati e laureati, con una grave povertà educativa.

Dispersione a scuola e cervelli in fuga

Dispersione a scuola e cervelli in fuga

Nel 2022 i giovani che in Italia hanno abbandonato la scuola prematuramente sono stati 465mila, pari all’11,5% della popolazione nella fascia di età compresa tra i 18-24 anni. Nello stesso anno, invece, i "cervelli in fuga" che hanno lasciato il nostro Paese per trasferirsi all’estero sono stati 55.500. Nelle Marche, che pure sono una tra le regioni più virtuose, i giovani (18-24 anni) che hanno smesso di studiare prima del tempo sono stati 6mila (il 5,8%), mentre quelli che sono emigrati – in età 18-39 anni – sono stati 1.445. "Se la dispersione scolastica non è ancora avvertita come una piaga educativa con un costo sociale spaventoso, la "fuga" all’estero di tanti giovani, invece, lo è, sebbene il numero della prima criticità sia molto superiore a quello della seconda", evidenzia l’Ufficio studi della Cgia che ha curato l’indagine. "Se a queste specificità che caratterizzano il nostro mondo giovanile aggiungiamo anche la crisi demografica in corso e la "rivoluzione digitale", anche per le nostre imprese le ricadute sono serie. Con sempre meno giovani, e per una parte rilevante di questi con un livello di istruzione insufficiente, per tantissime Pmi trovare personale preparato da inserire nei processi produttivi sarà una mission impossibile". Dallo studio della Cgia emerge come l’Italia, rispetto ai principali Paesi dell’Unione Europea, nel campo dell’istruzione/formazione scolastica presenta due seri problemi: un basso numero di diplomati e di laureati, soprattutto in materie scientifiche; e una elevata povertà educativa che va di pari passo con la povertà economica.