Guardia alta contro il Fentanyl. "Agire prima che arrivino i morti"

Gianni Giuli, direttore del dipartimento dipendenze patologiche dell’Ast di Macerata: rischiamo di accorgercene solo troppo tardi. "Riattivata l’allerta precoce che mette in rete i pronto soccorso d’Europa. Pazienti in crescita nel 2023"

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Macerata, 16 marzo 2024 – “Non so dire se il problema del Fentanyl arriverà anche in Italia, ma ho paura di sì, e potremmo accorgercene solo troppo tardi, quando purtroppo ci saranno i morti". Gianni Giuli, direttore del dipartimento dipendenze patologiche dell’Ast di Macerata, condivide l’allarme arrivato dal governo sull’abuso di questo farmaco, la droga degli zombie che negli Usa solo nel 2022 ha causato 100mila morti. "Il Fentanyl – spiega – è un oppioide sintetico, un antidolorifico potentissimo che si usa in oncologia. Ma dal mercato normale, in America si è passati all’utilizzo come droga. Secondo alcuni avrebbe un effetto tra cinquanta e ottanta volte più forte dell’eroina. È giusto l’allarme del sottosegretario Alfredo Mantovano, che ha la delega per il Dipartimento delle politiche antidroga".

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Le risulta che in Italia sia stato segnalato questo abuso?

"Per ora sembra sia arrivato in Gran Bretagna e Portogallo, con un mercato parallelo di Fentanyl sintetizzato illegalmente. Dati precisi non ce ne sono e finora qui con le nostre unità di strada nessuno ne ha parlato. Ma ricordo che nel 2005 andammo a un convegno a Londra dove si parlava soprattutto di smart drugs, eccitanti venduti in internet. Noi non ne sapevamo niente. Poi però arrivarono anche da noi. Per questo sono d’accordo con il Consiglio dei ministri, che ha fatto una campagna di formazione per gli insegnanti su questa sostanza. Non percepiamo ancora che sia arrivata, ma prevenzione significa proprio arrivare prima che ci siano i morti".

Esiste un monitoraggio?

"È stata riattivata l’allerta precoce, che mette in contatto i pronto soccorso di tutta Europa. Se viene identificata una sostanza letale o pericolosa, l’allerta arriva a tutti i Sert. Anche noi l’anno scorso abbiamo segnalato un uso di cannabinoidi sintetici, acquistabili in rete e con una altissima percentuale di tetraidroicannabinolo, che hanno mandato due persone in rianimazione. Ma l’allerta arriva se uno muore o sta male. La difficoltà per ora è anche quella di rintracciarlo con le analisi, perché non si rileva con gli oppiacei. Abbiamo deciso di avviare una ricerca di dati esatti, su questo".

Perché è una sostanza così pericolosa?

"Il rischio di overdose anche a bassi dosaggi è altissimo e dà una dipendenza estrema, più delle sostanze più pericolose sotto questo profilo, cioè eroina, nicotina e caffeina. Purtroppo online si trovano molte sostanze pericolose, soprattutto questi prodotti sintetici che danno problemi importanti. Online si possono trovare 4mila droghe".

State pensando a qualche progetto specifico?

"È fondamentale lavorare con le scuole. Grazie a un progetto europeo, realizzeremo un podcast creato dai ragazzi per i ragazzi. Però sappiamo che l’informazione da sola non basta, servono anche altri interventi. Tra l’altro, nel 2023 è aumentato il numero dei pazienti che seguiamo per la tossicodipendenza".