"Finti vaccini". Oggi l’interrogatorio di Luchetti

Secondo l’accusa l’infermiere sarebbe stato pronto a garantire i Green pass senza passare dall’hub

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Emanuele Luchetti sarebbe stato pronto a fare il salto di "qualità". Inutile continuare a correre rischi, facendo venire la gente al Paolinelli per far finta di vaccinarli. Meglio non farli proprio uscire di casa. Soldi facili, già intascati, accordo in cassaforte con il medico che credeva amico e complice, Green pass facile facile. Un piano criminale che avrebbe consentito a lui e ai sodali di non far circolare neanche troppe voci: qualcuno poteva insospettirsi, meglio non correre rischi. Lo aveva confidato al dottor Miglietta, il medico che poi ha scoperchiato il pentolone di miseria umana che si stava consumando al centro vaccinale Paolinelli con una pratica di finti vaccini che andava avanti da fine novembre. Luchetti ne aveva parlato a Miglietta, ma anche a Mecozzi, il ristoratore di Civitanova arrestato nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Ancona che ha portato all’emissione di 50 misure cautelari e all’iscrizione complessiva di settanta persone sul registro degli indagati. Nelle tasche di Luchetti e company sarebbero entrati puliti oltre diecimila euro al mese. Tolti quelli che avrebbero preso i reclutatori (Maria Zeleniuschi e Stefano Galli, anche loro ai domiciliari), tutto il resto era da spartire. L’infermiere, non nascondeva la soddisfazione di potersi presto comprare casa, finalmente. Nessuno al Paolinelli sapeva cosa facesse lui nei separé. Nessuno tranne Miglietta che gli ha sapientemente tenuto il gioco, per poi andare a denunciare tutto alla polizia. L’infermiere spruzzava le dosi di vaccino non solo nei cestini che aveva all’interno dei box per le somministrazioni. Avrebbe scaricato le siringhe quasi per sfregio anche sui vestiti, a terra, sul camice di lavoro. Una pratica truffaldina scoperta anche grazie al lavoro dell’Asur che ha bloccato subito le carte verdi ottenute con la truffa. All’hub tutti si fidavano di Luchetti. Nessuno sapeva che aveva anche dei precedenti per rapina. Oggi Luchetti sarà il primo ad affrontare l’interrogatorio di garanzia dopo l’arresto di lunedì per la vicenda dei finti vaccini somministrati all’hub Paolinelli. Sarà sentito dal carcere, da dove è recluso da tre giorni con l’accusa di corruzione, peculato, falso ideologico e istigazione alla corruzione. In cella ha potuto parlare solo con il suo avvocato ieri, Marta Balestra, che oggi lo assisterà nell’interrogatorio davanti al gip Carlo Masini che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.