
Forum di QN a Civitanova. Distretto pronto a fare rete. Sostenibilità e formazione per vincere le nuove sfide
Distretto Marche e Made in Italy, contrordine: piccolo è sempre bello e il settore ora attira Maison della moda mondiale, ma deve uscire dalla logica dell’individualismo, sviluppare capacità consortili per muovere il credito e investire nel fattore Esg, pilastro della produzione sostenibile, come il manager bancario Stefano Vittorio Khun ha messo in chiaro. Una strada imboccata da imprenditori che, indipendentemente dalle dimensioni delle loro aziende, hanno internazionalizzato il prodotto e sono diventate simbolo di qualità, resilienti alle tensioni dei mercati (pandemia, guerra in Ucraina, crisi Israelo-Palestinese). "Occorre avere l’aiuto del credito per affrontare l’evoluzione green, le trasformazioni digitale ed ecologica, in modo da valorizzare le filiere, perché il bello e il ben fatto proviene da questo territorio". Parole di Gino Sabatini, presidente della Camera di commercio Marche e vice presidente di Unioncamere. Un intervento orgoglioso, che ha rivendicato la cultura della bellezza nella quarta tappa del ciclo di QN ‘Le sfide dei territori e i protagonisti delle filiere’.
Nella bomboniera del teatro Annibal Caro di Civitanova Alta e davanti a una platea gremita di imprenditori, vertici delle associazioni di categoria e di organismi bancari e di politici, Agnese Pini, direttrice di Qn Quotidiano Nazionale, Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno e Luce, ha incontrato il Governatore delle Marche Francesco Acquaroli, il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica e Gino Sabatini. Un dibattito su ‘Il nuovo fronte del made in Italy: lusso, design, accessibilità e confronto con la sostenibilità’, dalla Pini incardinato sulle sfide che ha davanti la piccola e media impresa rispetto alla transizione digitale e ambientale. Una complessità che Acquaroli coglie nel rivendicare "la resilienza delle nostre piccole e medie imprese sempre in grado di resistere e lavorare con certificazioni di qualità, che si affermano e attraggono brand importanti, che puntano sulla qualità della nostra manifattura. La struttura del nostro sistema produttivo sa essere flessibile e resistere alle tensioni del mercato, ma soffre l’impatto con le normative Ue perché l’Europa non tiene conto delle loro specificità". Quell’Europa "in cui - sottolinea Sabatini - non esiste un tessuto imprenditoriale come il nostro, perché il nostro artigianato è il valore aggiunto che attira i grandi brand e perché ha fatto la storia del segmento moda". A Civitanova infatti la francese Louis Vuitton ha da qualche mese acquistato spazi nella zona industriale per aprire una linea produttiva. "Da Porto San Giorgio a Porto Recanati passando per Civitanova - conferma il sindaco Fabrizio Ciarapica - siamo un distretto che è punto di riferimento per importanti brand grazie alla qualità artigianale che il sistema offre".
Ma, come affrontare le sfide della sostenibilità e quali le soluzioni innovate di sostegno al settore? E’ stato l’argomento del segmento in cui Giancarlo Falcioni, responsabile della redazione maceratese de Il Resto del Carlino, ha dialogato con il manager Stefano Vittorio Khun, Chief retail e Commercial banking officer-Crcbo Bper Banca, con Valentino Bobbio, co-coordinatore del gruppo di lavoro Asvis Goal 12 e Direttore generale Next, e con l’imprenditore Silvano Lattanzi, fondatore d Zintala. Falcioni ha stimolato gli interlocutori sulla convenienza di investire nella sostenibilità e su quale ruolo deve avere la banca. "Il sistema bancario e finanziario europeo - ha chiarito Khun - verrà sempre più utilizzato per indirizzare i comportamenti delle imprese. E’ fondamentale che il sistema trovi un momento di sintesi per sviluppare capacità consortili, anche perché da qui in avanti l’Italia e le Marche, entrambe a crescita demografica negativa, sono condannate ad esportare per il calo dei consumi interni". Da Bobbio la conferma "che i cittadini premiano le aziende più attente alla qualità e all’impatto sull’ambiente perché la sostenibilità è uno stile di vita". Un tocco di marchigianità, con la schiettezza tipicamente ‘scarpara’ è arrivato da Silvano Lattanzi. "Negli anni 70 - ha raccontato - ho cercato la qualità in un contesto di industrializzazione forzata. Per fare belle scarpe servono buon umore, sorrisi e qualche imprecazione. L’arrivo di Louis Vuitton? Potrebbero portarci via i nostri artigiani, ma i francesi non ci fanno paura".