REDAZIONE MACERATA

Il prof Ciuffetti: "I progetti delle aree interne partano dal basso"

Il docente Unimc e Univpm: "Servono idee partecipate o si favorisce il declino".

Il prof Ciuffetti: "I progetti delle aree interne partano dal basso"

Da anni ormai si assiste a un dibattito sul rilancio delle aree interne e da anni il professor Augusto Ciuffetti approfondisce la tematica e fa subito notare come si tratti "di un dibattito che non porta da nessuna parte perché distante dalla realtà specifica delle aree interne marchigiane. Si continua, infatti, a discutere intorno a progetti calati dall’alto che non tengono conto delle caratteristiche economiche, sociali, demografiche e culturali della dorsale appenninica e si continua a proporre ostinatamente degli interventi calibrati su schemi di sviluppo del tutto superati e antiquati. Si pensa ancora che il futuro dell’Appennino si possa legare a forme di turismo in netta contraddizione con gli equilibri ambientali di questi territori". I progetti per essere efficaci, ha aggiunto il professore di storia economica e sociale, sia all’Unimc che all’Univpm, "dovrebbero partire dal basso, dalle stesse comunità, in modo da esaltare le vere e concrete esigenze di queste ultime, con un loro diretto coinvolgimento. Si dovrebbe favorire una micro progettualità garanzia di qualità e rispetto per l’ambiente. Si dovrebbe puntare su quelle forme di lavoro che questi territori sono ancora in grado di esprimere, salvaguardando le tradizioni e guardando al tempo stesso ai mercati internazionali, che richiedono soluzioni originali e "vere". Il passaggio fondamentale non può che essere la riscoperta di una gestione collettiva, solidale e locale delle risorse. Ciò che serve è un processo partecipato, che ponga al centro la persona, come quello indicato dalle cooperative di comunità. La rigenerazione sociale ed economica delle aree interne non può che passare da un’idea di comunità come laboratorio alternativo ai modelli economici dominanti". Fin da subito perciò bisogna mettere in campo azioni per il rilancio di aree interne che "indispensabilmente sostengano le tante esperienze e i processi già attivi a livello locale, ma per realizzare un disegno di questo tipo è necessario un ruolo attivo della politica". Un’ultima battuta del professor Ciuffetti, che per il futuro auspica "un cambiamento radicale nell’approccio al tema delle aree interne. Purtroppo, prevale ancora una logica di sfruttamento dei territori e delle risorse delle aree interne ad esclusivo vantaggio delle "aree forti" delle Marche. Si tratta di una logica predatoria destinata a distruggere i delicati equilibri ambientali degli spazi appenninici. I grandi progetti, ancora incentrati sulla cementificazione dei territori, su forme di turismo non più sostenibili o sulla realizzazione di impianti di produzione energetica del tutto inutili, anziché sostenere le comunità locali, non potranno che favorirne il definitivo declino".

Claudio Cavallaro