FRANCO VEROLI
Cronaca

Impennata di aggressioni in corsia: "Telecamere e pulsanti d’allarme"

Nel 2023 una sola denuncia: l’anno scorso undici, con 59 segnalazioni. Il piano per arginare la violenza

L’intervento di Domenico Sicolo, direttore facente funzioni del dipartimento di emergenza – urgenza dell’Ast di Macerata, durante l’iniziativa di ieri per la giornata contro la violenza sugli operatori sanitari (Calavita)

L’intervento di Domenico Sicolo, direttore facente funzioni del dipartimento di emergenza – urgenza dell’Ast di Macerata, durante l’iniziativa di ieri per la giornata contro la violenza sugli operatori sanitari (Calavita)

L’aggressione nei confronti di un operatore sanitario non è solo un danno per la vittima che la subisce, ma compromette la funzionalità del sistema, poiché spezza l’alleanza tra il cittadino e coloro che garantiscono il servizio a tutela della sua salute. Bene, dunque, tutti gli interventi volti a contenere questo fenomeno, ma serve qualcosa di più strutturato e permanente che punti sulla ridefinizione del rapporto tra paziente e operatori sanitari, sulla formazione di questi ultimi nella riduzione e gestione del rischio, su un’azione sinergica tra tutti i soggetti in qualche modo coinvolti. Questa, in sintesi, la strada tracciata ieri nell’incontro organizzato dal Servizio sanitario regionale e dall’Ast, nella biblioteca Mozzi Borgetti, in occasione della giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari. "Il quadro che è stato descritto e le riflessioni che lo hanno accompagnato saranno tradotte in uno specifico progetto organizzativo che presto metteremo a punto", ha detto Alessandro Marini, direttore generale dell’Ast.

I numeri riferiti a violenza verbale e fisica, sono impietosi. "Se nel 2023, nei tre pronto soccorso degli ospedali di Civitanova, Macerata e Camerino, abbiamo complessivamente registrato una denuncia Inail e 17 segnalazioni, nel 2024 le denunce sono salite a 11 e le segnalazioni a 59, un trend confermato anche dai primi numeri del 2025. Tra il 2023 e il 2025 tra denunce e segnalazioni siamo a ben 94 casi", ha evidenziato Domenico Sicolo, direttore facente funzioni del dipartimento di emergenza – urgenza dell’Ast di Macerata. Diversi gli interventi già attuati o in corso di attuazione: potenziamento del sistema di videosorveglianza nella sala d’attesa del pronto soccorso dell’ospedale di Macerata, installazione ex novo al pronto soccorso dell’ospedale di Civitanova, accessi controllati, posti di polizia e intensificazione delle ronde di controllo da parte delle forze dell’ordine, dispositivi di allarme che presto saranno in dotazione al personale, corsi di formazione per la gestione dei conflitti. E, poi, è necessario decongestionare i pronto soccorso (il 70% degli accessi è dato da codici verdi e bianchi che potrebbero essere trattati sul territorio), ridurre i tempi d’attesa e migliorare la comunicazione. Aspetto quest’ultimo, su cui si è soffermata Paola Nicolini, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione dell’Università di Macerata, sottolineando l’elevata "energia psichica" del paziente di per sé già allarmato, che arriva in pronto soccorso. Gestire con efficacia la comunicazione e la relazione che attraverso questa si stabilisce, può essere decisivo per depotenziare l’eventuale carica di aggressività. "Parola questa che superficialmente viene spesso associata ai pazienti psichiatrici, mentre la stragrande maggioranza di questi non è aggressiva. Conta sì il disagio psichico, ma soprattutto pesano diverse altre varianti, sociali, familiari e di contesto, sono situazioni complesse", ha sottolineato Stefano Nassini, direttore del Dipartimento di Salute Mentale. Problematico anche l’impatto che l’aggressione può avere sugli operatori, motivo per cui bisogna intervenire in modo mirato, con tecniche di defusing e gestione del burn out, come evidenziato da Maria Sellitti, psicologa del distretto di Macerata. L’assessore regionale alla sanità, Filippo Saltamartini, ha posto l’accento sull’inasprimento delle pene varato di recente, sulla necessità di potenziare l’Urp (l’Ufficio di relazione con il pubblico dell’Ast), accrescendo la "capacità di ascolto" del sistema e tutelare fino in fondo gli operatori. "La risorsa umana è quella strategica, la più importante per la sanità. Per ogni dipendente che viene anche solo sfiorato o minacciato l’Ast deve garantire l’assistenza legale, costituirsi parte civile e chiedere il risarcimento del danno".