FRANCO VEROLI
Cronaca

Imprese, prestiti in calo. Ma per i risparmi è boom

Le aziende che cercano liquidità si rivolgono sempre meno alle banche. Una tendenza forte in provincia che vale anche per tutte le Marche. .

I depositi nel periodo preso in considerazione sono aumentati per 7 miliardi

I depositi nel periodo preso in considerazione sono aumentati per 7 miliardi

Meno prestiti, più risparmi. Le imprese che necessitano di liquidità sempre meno si rivolgono alle banche. Fenomeno che interessa tutta l’Italia, ma che nelle Marche registra la contrazione più alta. Tra il novembre 2011 (periodo di picco massimo) e lo stesso mese del 2024, i prestiti erogati alle imprese (almeno cinque addetti) dagli istituti di credito sono passati da 28,7 a 14,7 miliardi di euro, 14 in meno, un crollo del 48,9%, il più alto tra le 20 regioni italiane. Nello stesso tempo, i depositi delle imprese sono cresciuti da 4,4 a 11,4 miliardi, 7 in più, con un balzo del 156,9%.

In provincia di Macerata i prestiti bancari sono scivolati da 5,3 a 2,7 miliardi, 2,6 in meno, un calo del 48,5%, mentre i depositi sono aumentati da 0,8 a 2,3 miliardi, 1,5 in più, con un incremento del 191,1%. Questo il quadro che emerge da un’indagine della Cgia che ha elaborato dati Istat/Banca d’Italia, che smentiscono clamorosamente il fatto che siano state le banche a "chiudere i rubinetti del credito", poiché sono le imprese ad aver chiesto meno prestiti, visto che si sono sempre più autofinanziate. Come? "Apportando capitali propri (di imprenditori e soci) o di terzi (attraverso il mercato dei capitali e l’azionariato diffuso)", spiega la Cgia.

"A sostegno di questa chiave di lettura – prosegue – segnaliamo anche la decisa diminuzione della domanda di credito avvenuta in questi anni da parte delle imprese poiché, a seguito anche dei buoni risultati economici ottenuti, molte attività rimaste sul mercato hanno aumentato i risparmi e, conseguentemente, il loro utilizzo per far fronte alle spese correnti e agli investimenti". Ma c’è anche un altro aspetto, visto che questa tendenza non ha interessato allo stesso modo le diverse aree del Paese. "È verosimile – evidenzia l’Ufficio studi della Confederazione degli artigiani – che, per molte micro imprese, alla contrazione dei prestiti non sia seguita alcuna forma di autofinanziamento, ma un progressivo deterioramento economico/finanziario che le avrebbe fatte scivolare nell’area grigia dell’insolvenza o, peggio ancora, a rivolgersi al mercato del credito illegale".

Va anche sottolineato, infine, che "la caduta dei prestiti alle imprese è stata determinata, in parte, anche dalla riduzione delle sofferenze bancarie che nel 2015-2016 avevano raggiunto la cifra record di 160 miliardi (in capo alle imprese)". Dopo il 2016, "si è aperto un ampio mercato di cartolarizzazioni/cessione dei prestiti grazie al quale sono state eliminate dai bilanci bancari sofferenze per circa 229 miliardi di euro nel periodo 2017-2023". Il calo dei prestiti bancari vede quattro delle cinque province marchigiane tra le prime 13 posizioni: Ancona al sesto posto (- 51,5%), Pesaro – Urbino al decimo (- 48,9%), Macerata al dodicesimo (- 48,5%), Fermo al tredicesimo (- 48,4%), La provincia di Ascoli è invece al 33esimo posto, con un calo del 42,7%. Solo nelle province di Trieste (+1,4%) e Bolzano (+ 1,5%), il ricorso delle imprese a prestiti bancari è aumentato.