Calcio, a 360 gradi. Discusso con la solita schiettezza messa nelle loro dirette a ‘Viva el Futbol’. Lele Adani, Nicola Ventola e Antonio Cassano (quest’ultimo collegato da remoto) hanno scaldato un gremitissimo Lauro Rossi. Lo hanno fatto dopo una grande attesa dei fan, in tutti i sensi: una coda chilometrica partita dalla porta di ingresso del teatro fino all’inizio di corso Matteotti, tra chi è riuscito a entrare in extremis e chi è tornato tristemente a casa per sopraggiunto numero di posti, accontentandosi di vedere la diretta sui social. L’esuberanza del trio è già scoppiata alla prima domanda lanciata dal conduttore Rai Marco Ardemagni, ironicamente preso in giro da Cassano, collegato da remoto: "Ma perché il sindaco ti ha messo sul palco?". Si parla di Nazionale e per Fantantonio "ancora non siamo sulla strada gusta, i campioni non ci sono più da 10 anni. Col Belgio ci siamo buttati via dopo il rosso di Pellegrini. C’era un rigore netto per loro, e poi ci lamentiamo dei nostri arbitri". Per Adani "dobbiamo arrivare nei primi due posti in Nations League, per essere testa di serie nel girone di qualificazione ai Mondiali. È obbligatorio andarci". I tre non concordano sul fallimento azzurro più grande: "Quando non andammo al Mondiale dopo Italia-Svezia 2017, con Ventura". Per Cassano invece è Slovacchia-Italia 2010 con Lippi, che ci eliminò in Sudafrica. Sulla vittoria dello Scudetto "l’Inter resta la più forte", anche se Ventola aggiunge il Napoli alla corsa e Adani pure la Juve. Criticato da Cassano il Milan: "Theo? Non è Roberto Carlos, ma per questa Serie A conta. Leao? Non gioca coi compagni, fa pochi assist, manca nei dribbling sullo stretto, tanto fumo e poco arrosto". Non convince nessuno dei tre la formula della nuova Champions: Cassano la definisce "una pagliacciata". E ancora: "I potenti del calcio ci guadagnano e danno il contentino alle grandi squadre dopo la questione Superlega. Così squadre come il Bologna rischiano. Guadagneranno qualcosina in più, poi possono arrivare a gennaio con i giocatori stanchi e pochi punti in campionato". La Serie A di oggi, invece, "è una noia mortale – conclude il barese – È lenta, senza qualità, si pensa solo a difendere, siamo il quarto/quinto campionato d’Europa. I grandi giocatori sono 10, non di più. Alla nostra epoca c’erano ‘vagonate’ di campioni. Anche se il campionato era tattico, veniva fuori la tecnica. Oggi, esclusa l’Atalanta, mi fa addormentare".
CronacaIn coda per Overtime. Adani, Ventola e Cassano: "Fuochi d’artificio" al teatro Lauro Rossi