In coma dopo il parto: muore a 39 anni

La dominicana Castro Almonte era in stato vegetativo dal 2016 per un rigurgito durante il cesareo. Disposta l’autopsia

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di Paola Pagnanelli

In coma da quando aveva partorito, cinque anni fa, è morta l’altra notte Rosa Castro Almonte. Non aveva ancora compiuto 40 anni. La procura ha disposto l’autopsia per accertare le cause del decesso di questa giovane mamma, che non ha mai potuto abbracciare il suo bambino. Originaria di Santo Domingo, la donna era emigrata con il marito in Spagna. Da lì aveva deciso di venire a trovare una zia, che vive a Porto Recanati, per stare un po’ di tempo con lei, in attesa che nascesse il suo primo bimbo e di tornare in Spagna. Intanto in Umbria il marito aveva trovato un’occupazione. Il 10 maggio del 2016 Rosa era andata a fare un controllo all’ospedale di Civitanova. Alcune complicanze nella gestazione spinsero i ginecologi a sottoporla a un cesareo urgente. Ma durante l’intervento la donna ebbe un rigurgito di cibo e per un lungo momento rimase senza ossigeno. Questo le causò una encefalopatia irreversibile, lasciandola in uno stato semi vegetale: dopo mesi passati in coma, Rosa riusciva a muovere gli occhi e, ogni tanto, a emettere qualche suono. Il bambino per fortuna era nato del tutto sano, ma lei non lo ha mai preso in braccio. Dalle indagini, fu accertato che l’anestesista aveva fatto una anestesia generale alla mamma, che però non era stata a digiuno prima dell’intervento, disposto d’urgenza; poi l’intubazione era avvenuta nell’esofago invece che attraverso la trachea, e l’anestesista non se ne sarebbe accorta. Solo in seguito al rigurgito, la donna era stata intubata correttamente. "Per due anni Rosa è stata al Santo Stefano – raccontano gli avvocati Lucia Iannino e Andrea Di Buono –, gratis. Ma a un certo punto quella struttura privata ha chiesto che qualcuno pagasse le spese per il suo ricovero, spese che nessuno della famiglia di questa donna poteva sostenere. Così era intervenuta l’Area vasta e Rosa è stata ricoverata a Recanati, senza alcuna terapia, senza alcuna riabilitazione. In pratica, si è progressivamente spenta, fino a quando l’altra notte il suo corpo non ce l’ha fatta più ed è morta". Qui in provincia Rosa aveva il figlio, il marito, la madre che l’aveva raggiunta da Santo Domingo per starle vicino, e una zia che vive all’Hotel House, che in questi anni ha ospitato la mamma e il bambino di Rosa.

Il funerale della donna sarà rinviato, perché ieri il sostituto procuratore Claudio Rastrelli ha disposto un’autopsia per accertare le cause della morte. Al momento, è ancora in corso il processo per l’anestesista accusata di lesioni. Quanto alla causa civile per avere un risarcimento, il giudice Alessandra Canullo aveva fissato l’ultima udienza a luglio: malgrado i solleciti degli avvocati Iannino e Di Buono, non c’è ancora stato alcun risarcimento per questa donna e i suoi familiari, in difficoltà enormi dopo la straziante vicenda vissuta.