REDAZIONE MACERATA

La chiesa dimenticata: "Tutto fermo alle Vergini, fedeli in un tendone"

La festa della Madonna delle Vergini a Macerata è stata celebrata in una struttura esterna a causa dell'inagibilità della chiesa dopo il terremoto del 2016. Il parroco denuncia la mancanza di azioni per la ricostruzione, nonostante i fondi stanziati. Restaurate le tele pittoriche, ora esposte a pagamento, mentre la chiesa resta chiusa. Parrocchiani sperano in intervento urgente.

La chiesa dimenticata: "Tutto fermo alle Vergini, fedeli in un tendone"

La festa della Madonna delle Vergini a Macerata ancora una volta è stata celebrata in una struttura esterna nei pressi dell’omonima chiesa e parrocchia, tesoro storico-architettonico e religioso, resa inagibile dal terremoto del 2016. "Martedì, giorno dei festeggiamenti – dice il parroco, don Fabio Olano – ho visto occhi di disagio, di tristezza, di delusione. Mi continua a colpire la grande differenza di comportamento fra la partecipazione numerosa e sentita di questa comunità parrocchiale da una parte e la mancanza di risposte e azioni da parte di chi dovrebbe occuparsi della ricostruzione". Lo scorso anno un comitato creato appositamente per sollecitare qualche mossa che lasciasse ben sperare verso una ripresa, ha inviato una richiesta agli enti competenti. Una email certificata per avere delucidazioni sul se, cosa, come e quando si potrà iniziare a vedere qualche azione ricostruttiva per la quale "i soldi – continua don Fabio – sono stati già in parte stanziati".

A inizio estate era arrivata una risposta da parte del commissario straordinario per la riparazione e la ricostruzione Guido Castelli, che si impegnava a sollecitare il ministero della cultura affinché si attivasse al più presto. Non è ancora accaduto nulla. "Desidero – commenta il parroco – conoscere almeno quali sono le intenzioni che gli esperti hanno su questa chiesa per un futuro prossimo. Mi dicono che non esiste ancora un progetto. Temo sempre di più che questa ricostruzione non sia una priorità. D’altronde chi non vive il territorio non può comprendere il danno oggettivo e morale che stiamo subendo tutti". "La struttura esterna in cui celebriamo ogni tipo di ricorrenza ed evento religioso – spiega don Olano – in estate è talmente calda da sembrare un forno, tanto che abbiamo dovuto annullare la celebrazione delle 11 per evitare malesseri legati all’eccessivo caldo; di contro in inverno il freddo non permette a tutti di essere presenti a causa delle temperature basse. Quando, poi, tira il vento si ha sensazione di essere in un luogo non sicuro e da quello che posso capire e che mi è stato detto da chi ne sa più di me, anche la cupola è in condizioni per niente rassicuranti. Martedì vedere nuovamente moltissima gente davanti alla chiesa chiusa mi ha lasciato senza parole. In aggiunta a ciò, con l’arrivo della primavera, il sapere che i ragazzi non potranno usufruire degli spazi in cui giocavano a calcio e a pallacanestro perché occupati dalla struttura esterna mi rattrista maggiormente", conclude don Fabio. Da segnalare, infine, che sono già state restaurate le tele pittoriche della chiesa, che ora sono a Palazzo Buonaccorsi a Macerata: il paradosso è che ora la gente paga per vederle, mentre in chiesa le si potrebbe ammirare gratuitamente. Tra le tele c’è un Tintoretto di assoluto valore. L’auspicio dei parrocchiani è che il commissario solleciti l’ufficio responsabile del restauro delegato dalla Sovrintendenza.

Paola Olmi