Mi chiamo Zuzanna Kalinska, ho 14 anni, sono in Italia da alcuni anni ma sono nata in Polonia da genitori polacchi, la mia famiglia è polacca da generazioni. Partendo dal laboratorio di Storia fatto con la classe 3ªB, ho iniziato a fare domande a casa e ho scoperto che la nonna di mia nonna, Józefa Jezierska, ha una storia da raccontare, una storia che incrocia la Storia. È sopravvissuta a quel terribile periodo e lo ricordava con grande dolore e dignità: era stata deportata per lavori forzati, come tanti altri ragazzi e ragazze polacche in Germania, in una fabbrica di armamenti a Francoforte sul Meno: aveva solo 15 anni, un anno più di me. Era il 1942, lei era nata il primo luglio del 1927. Ha lavorato per i tedeschi fino alla fine della guerra; raccontava che tutti dovevano indossare un’uniforme da lavoro dal colore indefinito, a quadretti, e che aveva visto diverse volte, durante il lavoro, persone che sbagliavano qualche passaggio e venivano uccise a colpi di pistola, davanti ai suoi occhi. Cerco di immaginare quanto possa essere stato duro per lei quel periodo. Quando furono liberati ritornò in Polonia a piedi. Ho saputo tutto questo da mia madre e mia nonna; ora che ho raccolto il loro testimone mi sento anche io portavoce, non più solo lettrice e spettatrice della Storia, ma parte attiva di essa. E penso che alla mia bisavola farebbe piacere sapere che la sto ricordando, anche se non c’è più, e che siano dei giovani a portare testimonianza ad altri adulti, oltre che ai pari, di ciò che è successo.
Zuzanna Kalinska, 3ª A